Il futuro da pre(te)ndere

Digitalizzazione, impresa e Intelligenza Artificiale in Europa

Quali sono i miglioramenti che la digitalizzazione può portare nel mondo dell'impresa, ne ha parlato Roberto Crippa 

Pubblicato:
Aggiornato:

Dallo smartworking all'intelligenza artificiale, sono tanti i campi in cui la digitalizzazione può rivoluzionare e semplificare il lavoro dell'impresa. In particolare in vista dei fondi previsti con il Next Generation EU. A parlarne, è stato Roberto Crippa, vicepresidente dell'azienda Technoprobe. In occasione del secondo appuntamento organizzato dal nostro gruppo editoriale Netweek insieme all'ufficio di Milano del Parlamento Europeo: "Il futuro da pre(te)ndere per la digitalizzazione".

GUARDA IL VIDEO DELL'INTERVENTO:

Impresa e digitalizzazione, l'esempio di Technoprobe

Technoprobe è un'impresa di Cernusco Lombardone, in provincia di Lecco, specializzata nell'industria dei semiconduttori. Una multinazionale tascabile tra le più innovative in Italia e presente anche negli Usa, in particolare nella Silicon Valley. Ad oggi occupa oltre 1.200 persone e fattura oltre 330 milioni di euro.

"In quest'ultimo anno la nostra azienda, come molte altre a causa della pandemia, è stata costretta ad avviare un forte processo di digitalizzazione. Il primo segnale è stato ovviamente lo smartworking. Una pratica oggi così ovvia, ma delle cui potenzialità non ci siamo mai resi conto prima. Il fatto che la distanza dal 'quartier generale' dell'azienda abbia improvvisamente perso la sua importanza ci ha permesso di cambiare le nostre logiche di assunzione. Oggi noi assumiamo personale qualificato in tutta Italia a seconda di dove troviamo le persone che ci servono" ha spiegato Crippa.

Un altro importante passo in avanti che la digitalizzazione potrebbe permettere alle aziende è l'utilizzo di Intelligenze Artificiali per i lavori più ripetitivi e meno gratificanti. Anche per quelli per i quali si riteneva l'azione umana fondamentale, come il controllo qualità.

"L'Intelligenza Artificiale, permette di ottimizzare moltissimo i processi produttivi. Affiancando l'operatore infatti la macchina impara gli step del controllo qualità. Ad esempio riconoscendo difetti di forma e/o cromatici. Questo le permette poi di agire in autonomia. La digitalizzazione però non distrugge posti di lavoro come sarebbe intuitivo pensare. Piuttosto si tratta di un'evoluzione dei processi produttivi. Sono sempre meno infatti i lavori generici e ripetitivi mentre, sarà sempre più richiesto personale qualificato rispetto alle esigenze tecnologiche".

Perché si possa parlare di digitalizzazione completa e diffusa sul territorio nazionale però manca la formazione, da cui nasce il sollecito del vicepresidente agli europarlamentari.

"Oggi in Italia investiamo ancora troppo poco sulle nuove generazioni, sulla scuola e sulla formazione tecnico/scientifica. Servono poi politiche mirate per favorire le nascite anche per risolvere il pesante calo demografico. L’Italia deve poi favorire investimenti industriali ad alta tecnologia e ad alto valore aggiunto".

Le risposte degli Onorevoli

Al vicepresidente Crippa hanno risposto gli europarlamentari Tiziana Beghin (M5s) e Massimiliano Salini (FI). I quali hanno illustrato le potenzialità che il Next Generation EU offre all'Italia e come secondo loro il Governo potrebbe utilizzarli per rispondere alle esigenze del mondo imprenditoriale.

"E' anacronistico e tristemente ironico, che così tante imprese in Italia non riescano a trovare il personale qualificato di cui hanno bisogno, mentre il nostro tasso di disoccupazione giovanile è tra i più alti d'Europa. E' necessario avere un maggiore impatto nella formazione dei giovani, per questo uno degli obiettivi del Recovery Plan è proprio quello di creare nuovi percorsi professionalizzanti. Non solo con i fondi destinati alla riforma degli istituti tecnici, ma anche con nuovi percorsi di dottorato, creati in collaborazione con le imprese. Allo scopo di riuscire a formare quelle figure professionali ad altissima specializzazione, vitali per la sopravvivenza dell'impresa italiana"

L'On. Salini ha poi aggiunto:

"In Italia fare impresa sembra 'una cosa da pazzi'. Dobbiamo riformare il nostro sistema dalla base, seguendo quattro linee fondamentali. Il primo imperativo categorico, è quello di creare un sistema favorevole per chi sceglie di intraprendere. In seconda battuta servono infrastrutture efficienti da quelle tradizionali (ferro-gomma), ma anche energetiche, soprattutto alla luce della grande sfida della transizione, e infine digitali. Terzo punto, è la necessità di avviare un nesso sistematico, rigoroso e ordinato con gli altri paesi e in particolare l'unione europea, perchè le imprese possano beneficiarne. Ed infine bisogna cambiare il meccanismo dell'alternanza scuola-lavoro, prendendo esempio dal modello duale tedesco, che oggi è il migliore in assoluto".

Seguici sui nostri canali