Un parco minerario da due milioni e mezzo per riscoprire le meraviglie nascoste.
Il geologo Fenaroli: “Un progetto importante per valorizzare la storia”
Un Parco archeominerario sul territorio pisognese? Per ora è solo un progetto, ma sembra ci siano tutte le premesse perché si trasformi presto in realtà:
“Per la mia professione, che mi ha portato a conoscere a fondo anche il territorio pisognese, pensavo da tempo che la storia mineraria di Pisogne, e particolarmente quella della Val Trobiolo e della Val Palot con la loro presenza di importanti banchi minerari, fosse, a torto considerata marginale e molto poco attenzionata – dice il geologo Fabio Fenaroli, responsabile, tra l’altro, dell’Ufficio Geologico Provinciale -. Di qui l’idea di mettere insieme i numerosi dati che avevo raccolto in tanti anni di lavoro, anche nella mia qualità di co-relatore di tesi di laura presso l’Università Cattolica di Brescia col prof. Marco Sanazzaro, docente di Archeologia Medievale, e di sollecitare la stesura di una tesi su questo specifico argomento. Idea che poi venne raccolta da Mattia Cominelli che la fece oggetto della sua tesi di Laurea e che ora è specializzando nel settore dei Beni Archeologici della stessa Università”.
Lo studio di Cominelli ha riguardato tutti i siti minerari pisognesi, esaminando circa un centinaio di imbocchi di gallerie; ma poi, insieme al dipartimento dell’Università, sono stati censiti anche altri siti sparsi sulla montagna pisognese.
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