Viaggio in via Roma, tra cittadini, commercianti e negozi chiusi
Darfo. Via Roma. Una volta era questa la via del commercio, la via degli incontri al bar, dal panettiere, dal fioraio, ed ora? Ora, a distanza di anni, la situazione è cambiata, le attività commerciali si trovano costrette a chiudere (l’ultima è l’edicola), le strade del paese si sono spopolate e, a detta di molti, Darfo è diventata una città “fantasma”.
Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di passeggiare per questa via e di incontrare i commercianti e i cittadini per comprendere cosa pensassero e provassero nei confronti di questa situazione.
Il nostro viaggio è partito dal negozio “Mirabella”, dove siamo stati accolti dalla titolare, che ci ha raccontato il suo punto di vista: “La situazione è molto triste, in primis perché viene a mancare un servizio importante per i cittadini e, in secondo luogo, perché viene a mancare la socializzazione, che è un aspetto fondamentale nella vita di una città. Avere tante attività commerciali sul territorio comunale era una vantaggio, perché le persone che venivano da fuori vedevano Darfo come un’attrazione, come se fosse una realtà da scoprire. Fortunatamente siamo un negozio storico, abbiamo 61 anni di attività alle spalle ed abbiamo un pacchetto clienti veramente grosso. È logico che non essendoci più attrazioni in paese, la gente gira molto meno. Quindi, le persone devono venire apposta nel nostro negozio... e questa situazione potrebbe danneggiare anche noi. Se ci fossero attrazioni e negozi aperti, il paese sarebbe molto più vivo e, a sua volta, attirerebbe un numero maggiore di visitatori. Quando entro nel mio negozio, non faccio caso a quello che accade fuori, perché abbiamo sempre molto movimento, però, devo dire, che Darfo, in particolare di domenica, è morto... vuoto assoluto. Adesso, i pochi bar che sono rimasti tendono tutti a tenere chiuso e non aprono più la domenica. È importante mettere a disposizione un certo servizio alla clientela, ma questo sta venendo a mancare. La clientela viene da noi per il semplice fatto che siamo conosciuti, perché, se dovessimo vedere quello che succede in città, la situazione è triste. Prima andavi a prendere il pane e potevi incontrare l’amico con cui fermarti a parlare, adesso questa parte sociale manca e non è affatto un aspetto positivo”.
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