Quali sono i sogni e i bisogni dei giovani oggi? I risultati del tour di Regione Lombardia
Fermi: "Sono stato piacevolmente sorpreso. Abbiamo trovato giovani attenti e con voglia di fare. Sta a noi essere in grado di ascoltarli e di coinvolgerli"
Quali sono i sogni e i bisogni dei giovani oggi? Come può la politica rispondere alle loro esigenze? E come possiamo far sentire i giovani protagonisti della politica? È per cercare di dare una risposta a queste domande che è nato “I giovani incontrano le istituzioni”, il tour che ha portato il Consiglio Regionale della Lombardia nelle scuole di tutte le Provincie lombarde per dialogare con loro e scoprire da loro, anche attraverso le risposte ad un sondaggio interattivo svolto in tempo reale, cosa desiderano e cosa si aspettano dal futuro. Il tour, che è durato circa un anno, è stato fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Regionale uscente, Alessandro Fermi che ha partecipato a tutti gli appuntamenti. A lui abbiamo chiesto di fare un bilancio del progetto e delle risposte ottenute dai ragazzi.
Il bilancio di "I giovani incontrano le Istituzioni"
11 tappe nelle scuole delle Province lombarde per parlare direttamente con i giovani e capire quali sono i loro bisogni e le loro esigenze ... Com'è andata? Che impressione le hanno dato i giovani lombardi?
Innanzitutto, devo dire che è stata una bellissima esperienza: abbiamo visitato ogni tipo di Istituto scolastico, dagli istituti professionali licei, e in ciascuno abbiamo trovato una partecipazione numerosa e, soprattutto, attentat degli student. Il ritorno che ho avuto è stato molto positivo. La convinzione da cui sono partito e per cui ho voluto questo progetto è che per parlare con cognizione di causa dei giovani, di quello che vogliono e di quello di cui hanno bisogno, bisogna confrontarsi con loro e ascoltare quello che hanno da dire. Immaginarsi quali possano essere le loro esigenze sulla base di quelle che erano le nostre ansie e aspettative alla loro età è un grave errore.
In questi anni il mondo è profondamente cambiato, sono cambiate completamente le prospettive. Per questo è stato fondamentale raccogliere, non solo attraverso il sondaggio che ci ha restituito un campione molto ampio del pensiero dei nostri ragazzi, ma anche grazie ai loro interventi, alla loro visione del presente e di quello che vorrebbero fosse il loro futuro.
Gli incontri, come ha detto, sono stati un momento di dibattito, in cui i giovani in prima persona sono stati protagonisti con le loro domande ... Quali sono stati i temi più cari ai ragazzi? E cosa avete portato a casa dal dibattito con loro?
I temi che sono stati affrontati sono stati veramente tanti. Tra i più gettonati sicuramente c’è stato quello del futuro e del collegamento tra il mercato del lavoro e la formazione. Un altro tema, è stato quello della casa, la grande difficoltà che hanno i giovani, compatibilmente con le risorse economiche a loro disposizione, di poter iniziare a vivere fuori, in autonomia dai propri genitori. Infine, il terzo tema, che più spesso abbiamo ritrovato nelle loro domande e richieste, è stato quello del trasporto pubblico, della mobilità sostenibile e dei collegamenti tra le diverse province e il capoluogo di Milano, soprattutto nell’ottica di una previsione di futuri spostamenti legati all’università.
Le impressioni
Si aspettava questi risultati?
Sinceramente no, sono stato molto sorpreso in positivo dalle loro risposte. Ad esempio, abbiamo scoperto che praticamente in tutte le provincie la quasi totalità degli studenti mette la famiglia come cardine su cui costruire il proprio futuro. Un altro dato che mi ha sorpreso è che al contrario di quelli della mia generazione i giovani d’oggi non danno più importanza alla vicinanza a casa nella scelta del loro lavoro lavoro. Inoltre, mi ha stupito l’attenzione riservata da giovani di 18/19 anni al tema della sanità, probabilmente a causa della pandemia e della recente emergenza sanitaria: in diverse provincie è risultata una delle materie per la quale i ragazzi vorrebbero un maggiore intervento della politica.
Che riscontro ha avuto dalle scuole?
Ho trovato molto apprezzamento per questo progetto e interesse da parte dei ragazzi. Avevamo paura che un incontro del genere potesse essere vissuto semplicemente come un modo “per saltare lezione”, invece è stata un’iniziativa molto partecipata dai ragazzi. Secondo me può diventare davvero un modello per avvicinare le istituzioni al mondo giovanile in maniera concreta.
Il rapporto dei giovani con la politica e della politica con i giovani
Trova che dopo un periodo di disinteresse ora i giovani si stiano nuovamente riavvicinando al mondo della politica? O c'è ancora del lavoro da fare?
L’obiettivo di questo tour era duplice: ascoltare i ragazzi e stimolarli alla partecipazione. Il messaggio che volevamo far passare è l’importanza di impegnarsi per la propria comunità, attraverso l’associazionismo, il volontariato o la politica. E in questo percorso sono partito dalla mia stessa esperienza: io infatti, come ho raccontato a loro, quando ho iniziato a fare politica l’ho fatto un po’ per caso e solo successivamente mi sono appassionato. I giovani devono sperimentare, essere spronati a partecipare, perché nelle varie occasioni che gli vengono proposte possono trovare qualcosa che li accenda. Per questo, in ogni tappa, abbiamo invitato ad intervenire volontari e giovani amministratori che portassero le loro testimonianze, per far capire ai ragazzi quanto la partecipazione attiva faccia crescere.
Quali sono secondo lei i prossimi passi che la Regione dovrebbe compiere e in quali campi dovrebbe investire per andare in contro alle esigenze dei giovani?
Secondo me bisogna investire principalmente su due aspetti. a un lato mantenere, attraverso la Consulta creata con la Legge regionale dei Giovani, un dialogo diretto con loro. La seconda strada è quella di offrire alle ragazze e ai ragazzi più opportunità: formative, di lavoro, ma anche di partecipazione attiva, spiegando loro quanto questa sia importante.