Le donne del #CCW di Araberara al Parlamento Europeo di Bruxelles
‘La diritta via era smarrita…’ comincia così il vero viaggio. Smarrendosi. Polvere di stelle nelle vene, cartine geografiche
con strade d’argento negli occhi e istruzioni per viaggiare con il ritmo del cuore. La vita è un viaggio, le fermate migliori sono le persone speciali.
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In tutto il mio percorso la frase che dicevo sempre dentro me era “Vivere è sorridere” e i due giorni con voi ho fatto delle sane risate
Luisella
Mi sono alzata quella mattina piena di energia, non era come al solito, non ho ascoltato gli scricchiolii delle ossa, non ho fatto attenzione se fuori c’era bel tempo e nemmeno al profumo del caffè che di solito mi sveglia… non ce n'era bisogno, mi sono vestita e sono salita in macchina. Raggiunto l'aeroporto ci siamo incontrate con le altre donne e lì ho assaporato che la giornata sarebbe stata veramente speciale. Il Parlamento Europeo è pieno di vita, giovani, tutti indaffarati, ognuno per la sua strada. Si respira voglia di ascoltarsi e di trovare un obiettivo comune così, anche per noi, è arrivato in momento di essere ricevute. Mi sono sentita accolta e capita per il lungo viaggio che sto ancora facendo.
Monica
NULLA ACCADE PER CASO (titolo scritto l’8 marzo alle ore 5:00)
L'invito di Araberara arriva per me nel momento apparentemente più inappropriato della mia vita. Vado a guardare i messaggi Whatsapp: il 18 ottobre prenoto la mia prima visita dallo psicologo e il 20 ottobre ricevo il messaggio di Sabrina. Stavo attraversando un periodo nero.. un carico di lavoro sovrumano che mi aveva destabilizzato e la sensazione che la malattia mi avesse lasciato qualcosa di irrisolto.
Ho accettato subito e pensare a questo progetto mi ha un po’ distratto da quella leggera depressione che mi stava accompagnando da un po di tempo; sensazione che mi spaventava parecchio. La psicologa mi disse che durante la malattia avevo ignorato la bambina interiore che piangeva e voleva essere ascoltata… è vero, ho combattuto con il sorriso e la mia positività facendo finta che la malattia non esistesse.
Sono andata di corsa dopo il lavoro a fare le fotografie nonostante ero fisicamente stanchissima; un mix di imbarazzo e di allegria… ogni cosa nuova per me è una sfida a cui non rinuncio mai. Arriva dicembre e sto sempre peggio; le persone che mi stanno accanto mi chiedono se è il caso di andare nel reparto oncologico, io che piango un giorno si ed uno no. La consegna dei regali è stato invece un momento magico, di forte impatto emotivo; nelle foto si vede la gioia nei miei occhi… tutto si ridimensiona, poter donare un sorriso mi dà la carica.. oddio quante cose mi piacerebbe fare per poter contribuire ancora… l'anno prossimo ci vado anche da sola a portare qualcosa ai bambini. Gennaio comincia con i buoni propositi dell'anno nuovo ma poi ritorno nel turbine dei carichi di lavoro e responsabilità che mi schiacciano.
Due settimane prima del viaggio ho una crisi di attacco di panico (mai successo prima d'ora) e sono terrorizzata. Una settimana prima della partenza bloccata a letto con le vertigini da stress. Il viaggio a Bruxelles è stato un regalo fatto a me stessa... prenditi cura di te, fai quello che ti piace e così è stato. Ho fatto il pieno di tutto... voi lo sapete meglio di me perché lo abbiamo vissuto insieme. Mi è piaciuto osservare ognuna di noi, ascoltare, capire, sentire e ogni persona mi ha trasmesso tanto, anche con i silenzi. Oggi è un giorno speciale per me… il compleanno di mio figlio... la mia vita.
Mi trovo qui, in mezzo alla natura, il sole alto nel cielo, il tepore primaverile… la vita è meravigliosa… a volte basta solo cambiare il punto da dove si osserva.
12 marzo 2023
Miriam
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