un viaggio tra le eccellenze

Fermi: "Università di Brescia una realtà da sostenere"

Nella giornata di mercoledì 27 marzo l'assessore regionale all'università ricerca e innovazione ha incontrato docenti, ricercatori e studenti dell'Università degli studi di Brescia

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Ha fatto tappa mercoledì 27 marzo a Brescia il tour delle Università lombarde, intitolato “Un viaggio fra le eccellenze. Università e Regione Lombardia si incontrano”, organizzato e fortemente voluto dall’assessore regionale Alessandro Fermi. Accolto dal rettore Francesco Castelli, Fermi ha voluto conoscere da vicino le peculiarità dell’Università degli Studi, sia nella sede della Facoltà di Medicina, sia poi in quella di Giurisprudenza.

Il video della giornata all'Università di Brescia

I temi della visita

Anche questa volta l’assessore Fermi ha avuto modo di confrontarsi con i vertici dell’università e i rappresentanti degli studenti, per poi visitare il Settorato Anatomico, un’area esercitativa tecnologicamente all’avanguardia per gli studenti Medicina e Chirurgia.

"Sono convinto e profondo sostenitore della Lombardia dei territori, ognuno con le sue qualità, le sue peculiarità. La Lombardia dei territori regge nel momento in cui ogni singolo territorio, ogni singola provincia riesce ad offrire servizi e possibilità, soprattutto in alcuni ambiti come quello della formazione del capitale umano. Non c'è un'altra università che, nel proprio mandato, ha avuto la volontà di radicarsi, di dare un servizio al territorio come l'Università di Brescia", ha affermato Fermi.

L’Università degli Studi di Brescia lavora su sette sedi, la gran parte dei corsi si trovano nel capoluogo provinciale bresciano e sulle altre sei sedi esterne a Mantova e Cremona sono presenti prevalentemente corsi riguardanti le professioni sanitarie. Il rettore Francesco Castelli, nel descrivere le caratteristiche dell’ateneo, ha sottolineato tra i punti di forza proprio il territorio:

"Noi ci consideriamo un'università che è molto legata al territorio e lo facciamo in molti modi, attraverso aperture, concerti, viste guidate, legami con associazioni della città… Tra le università statali d'Italia abbiamo il miglior tasso di occupazione post-laurea e questo è in parte merito nostro, ma devo dire che molto è merito del fatto che il tessuto industriale che ci circonda è molto recettivo. Avevamo una situazione di difficoltà di completamento degli studi entro il termine canonico: abbiamo lavorato su questo e oggi i dati sono migliorati e ne siamo contenti".

Altro fiore all’o cchiello dell’Università degli Studi di Brescia è la ricerca. In quarant’anni l’ateneo ha fatto passi da gigante, soprattutto dal punto di vista della qualità: frutto del duro lavoro di un numero ristretto di professori ordinari e associati, ricercatori e personale tecnico e amministrativo. L’ateneo si poggia su due grandi pilastri, Medicina e Ingegneria, ma negli anni si sono sviluppate altre due aree importanti, quella economica e quella giuridica. Per quanto riguarda l’Ingegneria, il prorettore alla Ricerca Alessandro Padovani ha evidenziato l’importanza di questo settore per il trasferimento tecnologico in un ecosistema come quello italiano caratterizzato da più di mille piccole e medie imprese:

"È evidente che il rapporto tra l'università e le imprese è un rapporto da ridefinire, probabilmente da rinforzare, da incentivare. Regione Lombardia collabora e può rappresentare un sostegno in questa direzione".

Una richiesta di ulteriore collaborazione tra Università e Regione è venuta anche da Diego Vollaro, rappresentante degli studenti, il quale ha sottolineato la parziale inosservanza degli articoli 3 e 34 della Costituzione italiana che sanciscono il diritto allo studio e l’impegno dello Stato per garantirlo: in particolar modo ha evidenziato i lunghi tempi di attesa per l’ottenimento delle borse di studio agli studenti meritevoli. L’assessore ha risposto che fino a quest’anno l’assegnazione delle borse di studio non ha avuto alcun intoppo, mentre oggi l’allargamento del numero degli aventi diritto sta creando qualche problema. Regione Lombardia, però, sta cercando di andare incontro alle Università mettendo a punto un bando con i fondi Fesr e sta studiando anche un modo per utilizzare il Fondo Sociale Europeo per il Diritto allo studio.

Il futuro dell'Università è la Lombardia dei territori

Dopo aver ascoltato le parole di rettore, prorettore e rappresentante degli studenti, l'assessore Fermi ha raccontato quanto Regione Lombardia sta facendo per il sistema universitario lombardo, partendo proprio dall’esperienza di questo tour.

"Abbiamo deciso di fare questo viaggio per conoscere le diverse università lombarde e, quando dovevamo scegliere il titolo, non abbiamo trovato altro termine che “eccellenza”. Io credo che il sistema universitario in Lombardia sia oggettivamente un'eccellenza, rispetto a tutto il panorama italiano, ma anche a gran parte dell’Europa. E questo privilegio probabilmente chi abita in Lombardia non lo coglie fino in fondo. Il merito dell’ottimo stato dei nostri Atenei è dovuto soprattutto alle persone che ci lavorano. Possiamo infatti parlare di eccellenza sotto vari profili, ma innanzi tutto sotto quello dell'insegnamento, che ha un modello di verifica dell'apprendimento invidiabile e un rapporto tra docente e studente unico".

Poi l’assessore ha dato uno sguardo anche al futuro:

"Purtroppo difficilmente questo modello reggerà, anche per il calo demografico, ma non solo. Questo sistema, orgogliosamente cresciuto dal dopoguerra ad oggi, lo dobbiamo difendere, nella sua qualità ma anche nella sua territorialità. Lo dico sempre, ma qui lo voglio ribadire con forza perché in questo Brescia è un modello da seguire. Sono un convinto sostenitore della “Lombardia dei territori”, che regge solo se anche nelle province rimangono servizi e opportunità che a Milano non mancano: faremmo un grandissimo errore strategico a immaginare una Lombardia “milanocentrica”. Il pubblico deve quindi continuare a investire nei territori, e l’Università di Brescia è un emblema di tutto questo. Parliamo di un Ateneo che vanta oltre 40 anni di vita, 16mila studenti e sette sedi: non c'è un'altra università che ha una volontà di dare servizi al territorio come questa, dando la possibilità ai ragazzi che nascono qui di proseguire nella crescita nella loro città. Noi dobbiamo aiutare queste realtà a continuare a vincere questa sfida".

In che modo? L’assessore è stato molto chiaro: "Per farlo servono anche risorse. Abbiamo finanziato alcuni progetti per far crescere l’Ateneo, ma dobbiamo fare di più. In questo ambito l'unico strumento che ho per andare incontro alle esigenze delle Università sono i Fondi europei, che transitano attraverso le regioni e che possono essere usati in collegamento con il mondo imprenditoriale. Abbiamo pensato di creare una misura completamente innovativa, che non c'è mai stata in Italia, discussa proprio qualche giorno fa con i rettori e che può diventare strutturale. I Fondi del Fesr devono essere messi a bando, ogni Università dovrà quindi proporre progetti che possano avere riscontri positivi sull’ambito economico in cui ricadono. Sarà una misura anche economicamente interessante, che potrebbe cubare fra i 40 e i 60 milioni di euro".

A chiusura di mattinata, Fermi ha anche risposto agli studenti che chiedevano ragguagli sul Diritto allo studio:

"Negli ultimi anni, la Lombardia ha sempre aumentato i fondi destinati alle borse di studio, arrivando a mettere sul piatto, solo nell’ultimo anno, 20 milioni di euro. Sono tanti soldi, ma non bastano perché è aumentata la platea degli aventi diritto, anche in conseguenza a quanto stabilito dal Pnrr che, purtroppo, finirà. L’unica soluzione è che il Ministero scelga di investire di più cambiando anche i criteri di riparto del Fondo visto che, ad esempio, la Lombardia ha il 33% degli studenti che arrivano da fuori Regione. Noi, intanto, stiamo già pensando come poter usare il Fondo Sociale Europeo per il Diritto allo studio, per far fronte a una situazione che non è mai stata così nel recente passato".

Il Settorato Anatomico dell'Università di Brescia

L’eccellenza nel campo dell’istruzione medica passa anche, e soprattutto, dalla possibilità di sperimentare attraverso la pratica. Per questo l'Università Statale di Brescia, è stata una tra le prime in Lombardia a scegliere di realizzare all’interno dei propri spazi un Settorato Anatomico. Ed è proprio questa struttura che l’assessore regionale Fermi ha visitato, accompagnato, oltre al rettore Castelli, anche la docente responsabile del Settorato Rita Rezzani.

Il Settorato Anatomico, inaugurato nel 2001 e recentemente rinnovato nel 2018 con strutture all'avanguardia, rappresenta la punta di diamante del dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali, in quanto offre agli studenti di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria un ambiente tecnologicamente avanzato per esplorare la complessità del corpo umano.

Le lezioni pratiche e le esercitazioni di anatomia sono infatti cruciali per la loro formazione. Tra le attività svolte nel Settorato vi sono corsi di dissezione, anatomia chirurgica e anatomia endoscopica, oltre a una vivace attività di ricerca nell'ambito dell'anatomia macroscopica. Un aspetto fondamentale del Settorato Anatomico è la sua funzione di sede del programma di donazione del corpo post mortem a fini didattici e di ricerca, sottolineando l'importanza etica e scientifica della collaborazione tra istituzioni accademiche e comunità.

"Il Settorato Anatomico - ha dichiarato la professoressa Rezzani - è diventato Centro di riferimento per la conservazione e l’utilizzazione dei corpi dei defunti del nostro ateneo a partire dal 2021; questo importante riconoscimento ottenuto da parte del Ministero della Salute, sottolinea a livello nazionale l'eccellenza e l'importanza della dissezione anatomica in tutti gli ambiti medici, e non solo. Abbiamo, infatti, anche l'Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia che frequenta il nostro Settorato".

La struttura comprende due sale anatomiche, nello specifico: un’aula di anatomia macroscopica e microscopica, un locale di servizio per la preparazione, oltre a un locale deposito e un locale spogliatoio. La prima sala anatomica è dotata di sette tavoli anatomici, la seconda è invece dotata di cinque postazioni di lavoro aspirate; in entrambe le sale, per ciascun tavolo/postazione di lavoro è presente una lampada scialitica a soffitto. Sono altresì a  disposizione aspiratori elettrici, vuoto e aria compressa, due sistemi per videoripresa e di proiezione su monitor a circuito chiuso, una stazione di endoscopia completa 4K.

"L'Università Statale di Brescia è un esempio eccellente di come l'apprendimento pratico possa arricchire la formazione medica - ha commentato l'assessore Fermi -. Questo impegno nell'offrire un'esperienza educativa completa e all'avanguardia è cruciale per preparare gli studenti alle sfide della medicina moderna".

La visita dell'assessore Fermi ha sottolineato l'importanza di investire nell'innovazione dell'istruzione medica, confermando il ruolo chiave dell'Università Statale di Brescia nel promuovere l'eccellenza nella formazione e nella ricerca mediche.

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