La società degli “antichi originari” tra passato e futuro
Il presidente Tottoli: “Manteniamo il patrimonio tramandatoci dai nostri antenati”.
Al tempo delle vicinie, nel Medioevo, gli ‘Antichi Originari’ erano i capifuoco delle famiglie native del paese, gli unici che avevano il potere di deliberare nei consigli, mentre i nobili, gli ecclesiastici e i ‘forestieri’, cioè gli stranieri, anche se residenti nel paese da generazioni, ne erano esclusi.
Ora a Prestine le condizioni richieste per far parte della ‘vicinia’ sono portare uno dei cognomi antichi: Tottoli, Trombini, Romelli, Valtropini e Panizzoli e di essere residenti nel borgo:
“L’obbligo di residenza è tassativo e rimane anche se recentemente abbiamo modificato il nostro Statuto rimodernandolo un po’ – dice il presidente attuale Roberto Tottoli – i componenti della vicinia devono rispondere a queste due condizioni, la residenza e il cognome; possono anche abitare altrove ma avere la residenza nel borgo. Anche le donne possono essere socie della società, ma se si sposano perdono questo diritto e lo riacquistano soltanto se rimangono vedove. In ogni caso non possono far parte del Consiglio”.
Regole un po’ maschiliste, per la verità, ma bisogna pensare che si tratta di un’istituzione giuridica la cui nascita affonda nelle notte dei tempi, e che considerava ‘teste’ solo i maschi sopra i tredici anni… La società degli antichi originari funziona un po’ come un Comune: ci sono le cariche – Presidente, vice-presidente, cancelliere, giunta – tutte elettive (le votazioni oggi si svolgono ogni cinque anni, a differenza dei due di prima), in tutto una dozzina di persone il cui compito è gestire il patrimonio della società stessa: terreni, malghe, boschi di cui vendere il legname da opera e da ardere ed appartamenti e case di proprietà, da affittare a prezzi modici, tanto che alcune famiglie giovani si sono recentemente stabilite a Prestine proprio per gli affitti meno cari che a Bienno, di cui Prestine è diventata una frazione nel 2016 in seguito ad un referendum: “Il nostro ente mantiene il compito della gestione diretta dei legati testamentari: durante le nostre riunioni che si svolgono tre o quattro volte all’anno a seconda della necessità, discutiamo delle tasse da pagare, dei lotti di legname da mettere all’asta, approviamo il bilancio e provvediamo all’organizzazione di tutto quanto possa servire a preservare il patrimonio che ci è stato tramandato dai nostri antenati. E a tutti i nostri Soci, attualmente una sessantina, in occasione delle votazioni distribuiamo una piccola somma come dividendo della società”.
Tottoli, 54 anni, che da consigliere è diventato via via vice-presidente ed ora presidente, è ormai al suo quinto mandato e si divide con gli altri soci eletti le incombenze della normale manutenzione, delle migliorie da apportare ad un patrimonio complessivo molto importante, se si pensa che è sparso su un milione di metri quadrati di territorio. E lo fa volentieri, perché è molto affezionato al suo paese ed alla sua comunità: “Manteniamo anche un buon rapporto con l’Amministrazione del Comune capoluogo, Bienno, per esempio quando le nostre antiche servitù diventano strade comunali pur insistendo sui nostri terreni che sono proprietà privata: in questi casi si firmano delle convenzioni ad hoc, come abbiamo fatto con l’antica segheria, la ‘rasega’, risalente ai tempi della dominazione della Serenissima, ora gestita dal Comune a solo scopo didattico, di cui però abbiamo mantenuto la proprietà. Anche la gestione dei boschi ci impegna molto: ultimamente erano un po’ abbandonati a se stessi, vi si verificavano furti di legname e quant’altro e il nostro intervento è servito a rimettere ordine anche in questo settore. Un altro esempio di collaborazione è rappresentato dal fatto che, quando lo Stato voleva chiudere l’ufficio postale di Prestine situato in uno dei nostri stabili, abbiamo deciso di affittarglielo ad una cifra veramente irrisoria, in modo da mantenere sul nostro territorio un servizio importante, fondamentale soprattutto per i molti abitanti anziani che non hanno la possibilità di spostarsi in auto verso i centri maggiori. Abbiamo insomma rinunciato ad una rendita in vista dell’utilità sociale che le Poste rappresentano per la nostra gente”.
Lo Statuto della società è molto simile a quello della Repubblica di S. Marino e richiama in più punti anche le regole delle “Corporazioni dei Boggesi” ancora attive nella Confederazione Elvetica.
“Purtroppo però i giovani non sembrano più molto interessati a mettersi in gioco nella nostra società, lo dimostrano anche le campagne elettorali più recenti: una volta si presentavano anche tre o quattro liste, ora ne basta una; e se registriamo la presenza di qualche ‘antagonista’ è solo per raccogliere critiche, raramente proposte o disponibilità ad impegnarsi in prima persona… Ci conforta comunque- conclude Tottoli – il fatto che molte nostre case vuote sono state affittate ed ora ospitano giovani famiglie e che molte seconde case, abbandonate da tempo, quest’estate, complice forse anche la pandemia, sono state riaperte ed abitate, vivacizzando la vita del nostro paese e della nostra comunità”.