L'Albero della Vita di Expo 2015 tornerà in funzione. Il racconto dieci anni dopo di chi l'ha visto nascere
L'ing. Spatti: "L'emozione più grande vedere la chioma salire verso l'alto".

Ci sono progetti e opere che restano nel cuore.
Nel cuore di chi le ha viste nascere e di chi le ha osservate con meraviglia e con il naso all’insù. È un po’ quel che è successo all’Albero della Vita realizzato in occasione di Expo 2015. Una struttura di legno lamellare di larice e di acciaio, alta 36 metri, posizionata all'interno di un bacino d’acqua, la Lake Arena, capace di accogliere 20.000 persone.
Dieci anni fa e sembra ieri. Torniamo a parlarne perché quell’albero della vita non solo parla bresciano, ma anche camuno (e un po’ di sano campanilismo non fa mai male) con l’ingegner Giovanni Spatti – originario di Pisogne - che, alla guida della Wood Beton, di cui è amministratore, ha dato vita ad un’opera che è destinata a rimanere nella storia. Torniamo a parlarne perché non solo mentre metto nero su bianco queste parole sono trascorsi esattamente dieci anni dalla sua realizzazione, ma anche perché l’Albero della Vita potrebbe tornare in funzione per le Olimpiadi Milano – Cortina che si svolgeranno nel 2026 oltre ad accogliere l’arrivo degli studenti a Mind (Milano Innovation District).
È proprio questo l’obiettivo di Arexpo, che sta lavorando ad un progetto per la ristrutturazione del simbolo di Expo e del padiglione Italia e farlo tornare in funzione quando le facoltà scientifiche della Statale si trasferiranno a Rho, anche se probabilmente per questo bisognerà attendere il 2027. Ma torniamo a noi. È una mattina di inizio aprile e l’ingegner Giovanni Spatti ritaglia un attimo di tempo per riavvolgere il nastro e tornare a quel progetto di dieci anni fa.
Come è nato il progetto? “È nato da un gruppo di 19 imprese bresciane che, coordinate da Confindustria Brescia, si sono messe in campo per donare ad Expo l’Albero della Vita e quindi è nata questa associazione, il Consorzio Orgoglio Brescia, che è stato messo in liquidazione l’anno scorso. Questi imprenditori si sono uniti e insieme hanno ripreso in mano la progettazione esecutiva, perché nella sua versione originale doveva essere realizzato in acciaio”.
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