Stefano, artista rockettaro non udente: “Ma il vero handicap è non essere... visto”

Quando “incontro” Stefano Salvetti non lo vedo perchè non c’è. Entro ed esco dalle mostre a Bienno in cerca di un’emozione artistica. E la trovo. Opere in 3D che mi parlano ad alta voce di sofferenza. Chiedo chi è l’autore ma fanno fatica a trovare un suo recapito. Le sue opere, solo due in realtà, sono inserite all’interno di un’altra mostra. Non doveva esserci è lì invitato da un amico. Opere sfrontate come un pugno nello stomaco. Gridano “guardami”. Torno a casa con un numero di telefono pensando di chiamarlo per una mostra contro la violenza sulle donne. Che poi non si farà. Così comincio a seguirlo su Instagram: calopsite79. Che poi è il nome di un pappagallino dal ciuffo giallo. Un uccellino affettuoso e chiacchierone a cui piace la compagnia. Anche Stefano è dolce e affettuoso e il colore ce l’ha nell’anima e lo trasmette nelle opere. Anche lui amerebbe la compagnia se solo, spesso, non lo isolassero.
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