Edo lo conosco da un bel po’ di anni ormai, da quando lui era in campo da dirigente e io, armata di penna e taccuino, annotavo azioni e gol sulle tribune del Darfo Boario. Da quei tempi io ho cambiato un po’ di penne e taccuini mentre lui è rimasto in quell’angolo di mondo che è sempre stato casa.
Quando penso a chi poter intervistare per la giornata internazionale degli anziani e dei nonni (che cadono il 1° e il 2 ottobre), non penso di certo a lui che ha sempre quell’entusiasmo da ragazzino, ma in una notte insonne passata a guardare i social, mi compare per caso una fotografia del presidente Venturi che consegna al sorridente Edoardo Conti una maglia rigorosamente neroverde con il numero 86 stampato sulle spalle. Edo è nato il 12 dicembre 1938, quindi ora gli anni sono 86 e mezzo. Decido di scorrere la rubrica e di scrivergli un messaggio. Pochi minuti e lo schermo si illumina: “Ok, quando vuoi ci vediamo. Un abbraccio”. In un paio di messaggi decidiamo di vederci il pomeriggio stesso, vigilia della seconda partita di campionato del suo Darfo Boario. “Oggi sono libero, ti aspetto”. Sono passate da pochi minuti le 16:30, Edo è già lì, fuori dal cancello di casa, a Corna, “abito qui da 57 anni, era il 1968”, mi racconta. Poi aggiunge: “Io e Edda ci siamo sposati alla fine di settembre del 1963, ma la conoscevo da quando aveva 14 anni!…
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