Il cielo azzurro e un grande entusiasmo hanno accompagnato la Sagra della Castagna di Paspardo, che quest’anno ha tagliato il traguardo della 16^ edizione. 80 espositori dislocati tra le vie del paese, in vecchie aie e cantine hanno accolto le numerose persone che nel weekend del 18 e 19 ottobre hanno fatto tappa alla manifestazione.
“La sagra è andata davvero molto bene – spiega Gaudenzio Derocchi, che oltre ad essere consigliere comunale è anche presidente del comitato organizzatore della sagra -, c’è stato un buonissimo afflusso di pubblico in entrambi i giorni, che sono stati molto intensi anche per noi. Presiedo un comitato che ha fatto davvero un grande lavoro e vorrei ringraziare le donne che ne fanno parte, perché sono davvero eccezionali, iniziano mesi prima a preparare tutto l’occorrente, a trovarsi per capire cosa migliorare, cosa fare di più e di diverso… bisogna anche dire che alcune sono delle autentiche artiste, perché hanno saputo trasformare vecchie scope di saggina piuttosto che vecchi stivali in opere meravigliose! La nostra forza è tutta qui, avere delle persone che fanno tutto questo mettendoci passione e anche tempo, che viene portato via alle famiglie, al riposo o ai propri hobby”.
A proposito di donne, chi ha passeggiato tra le vie animate dalla sagra avrà notato un angolo rosa: “Da qualche anno anche sulle nostre divise verdi c’è un fiocchetto rosa e questo angolo si chiama ‘Paspardo per Andos’, perché la sagra della Castagna si organizza nel mese di ottobre che è dedicato alla sensibilizzazione alla prevenzione del tumore al seno e in questo modo vogliamo esprimere la nostra vicinanza alle donne che combattono la malattia”.
La sagra qui è davvero molto sentita: “Parto da un messaggio che ci è stato dato ad una festa degli Alpini, il prete diceva che dobbiamo ‘essere custodi della memoria e del creato’ e credo che la nostra sagra faccia proprio questo, la sagra è custode della memoria dei nostri ‘vecchi’. Io stesso ho fatto parte di quella generazione che nella castagna trovava un piccolo sostentamento, mentre i miei genitori e i miei nonni vivevano anche di castagne visti i tempi difficili.
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