Continua il nostro bellissimo viaggio tra i borghi della Valle Camonica alla ricerca delle attività storiche che ancora lavorano e operano su territorio.
Generazioni di imprenditori, famiglie che hanno visto trascorrere decenni di vita e storia locale da dietro un banco, a volte ancora lo stesso, lucidato da mani in cui scorre lo stesso sangue e la stessa volontà di resistere. Resistere e vivere, in paesi e frazioni che contano spesso poche centinaia di residenti. É proprio il caso di cui parliamo oggi. Siamo a Lozio o per meglio dire nella frazione di Villa.
Lozio che è balzato alle cronache nel 2023 quando fu insignito di un riconoscimento importante e molto particolare. Nel dicembre di due anni fa questo territorio, dalla natura incontaminata, ha ottenuto il titolo di “Villaggio degli Alpinisti”, è stato il primo paese in Lombardia a riceverlo e l’ottavo in tutta Italia. In un mondo sempre più global e veloce, al limite della schizofrenia, Lozio è un luogo autentico, senza infrastrutture impattanti e ancora profondamente legato alle tradizioni locali, che respira al ritmo di una vita scandita dalle stagioni e costruito su relazioni sociali vere.
Qui si è amici dai tempi della scuola d’infanzia, non amici virtuali sulle piattaforme come facebook.
Qui non incontriamo profili falsi ma facce vere e senza filtri. Come quella di Filippo Rizzieri, 67 anni, che ha ricevuto la targa delle Attività Storiche di Regione Lombardia nelle scorse settimane, presenza incorniciata che luccica all’interno dell’antico locale.
La “Trattoria Alpina” in via dei Nobili 2, stesso indirizzo e stesse mura, dal lontano 1948, quando la nonna Gilda Massa aprì la prima volta la porta ai clienti.
Gli anni difficili del dopoguerra, l’anno delle prime elezioni politiche in Italia.
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