Borno

Haeretica, tra giullari, falchi, tamburi e il mercato oscuro medievale… finchè la luce dissolva

Haeretica, tra giullari, falchi, tamburi e il mercato oscuro medievale… finchè la luce dissolva

Dello timore et batter denti de ciò che tenebra cela – Che nella età de mezzo in buio tutto ha da accadere…
L’immaginario della paura nella notte medievale
Dalle 14.30 pria che tenebra giunga…
Giullari et Saltimanchi per le vie
Falchi et Rapaci in mostra et in volo…
Attività dell’età di mezzo, tamburi et cornamuse et mercato oscuro medioevale
Dalle 22.00 finché luce dissolva.
L’immaginario della paura nella notte medioevale.
Così recitava la Locandina dell’evento, organizzato dalla Confraternita del Cervo e dalla Proloco di Borno, dal pomeriggio del 25 ottobre «finché luce dissolva».
Nel programma c’è quanto basta per suscitare interesse e curiosità a trascorrere un fine settimana diverso dal solito, per chi non lo avesse mai seguito, o per andarci una prima volta. È una manifestazione nata nel 2015 che continua da allora con crescente successo. Con la speranza non dichiarata che diventi una Tradizione «secolare».
Anche quest’anno l’affluenza ha premiato l’evento e, secondo la Pro Loco, il successo ha superato le aspettative e i numeri degli anni precedenti. Bene.
Non è un evento di cui parlare o scrivere, a mio parere. Forse fotografare o filmare, sì; ma per farlo, ci sono professionisti bravissimi e i siti specializzati per pubblicizzarli, a partire dal sito dell’ottima Proloco di Borno.
Per il resto, se non avete mai assistito all’evento, ora non c’è che da attendere il prossimo anno. Questo del 2025, è andato, insieme con le ultime streghe e i Krampol.
Sono interessato a questi eventi? Ni. Non amo gli affollamenti, i mercati; ancor meno i supermercati! Ognuno ha i suoi difetti e questo non è il più grave dei miei.
Però sono interessato a capire «di cosa e di chi parlino» e perchè le persone siano interessate ad andarci. Sono interessato anche a capire perché tanta passione nell’organizzarli e realizzarli, al di là dell’ovvio motivo dello sviluppo del «business del forestiero», come scriveva l’illustre Bornese Romolo Putelli a inizio secolo scorso.
Sono anch’io, scalvino, un forestiero affezionato alla Valle Camonica e a Borno che considero il miglior vicinato con cui si possa litigare per secoli e secoli. Quindi credo di aver speso bene il mio tempo andando a Borno il 25, poi il 26 e poi ancora il 30 scorsi.
Già nel primo pomeriggio del 25, le strade del centro e i locali pubblici sono già affollati e i parcheggi non facili da trovare. È normale, e buon segno.
L’aria è di festa, complice la bella giornata d’autunno mite. Famiglie intere a spasso, locali e forestiere. Le bancarelle, i mercanti (e le mercantesse!), sono in tono con la festa.
L’atmosfera (per ora) assomiglia assai poco a un «mercato oscuro medioevale», come promette il programma. Il mercato medioevale lo immagino tutt’altro che oscuro e silenzioso. Avete mai visto una «Piazza del Mercato», «Piazza delle Erbe», “Piazza Mercanti” o “Piazza degli Affari», «Piazza delle Spezie» e via dicendo, oscure? Le immaginate silenziose e oscure nei giorni di mercato?
La maggior parte dei mercati medioevali, quelli che sono rimasti nella toponomastica, se non nella realtà, erano forse i luoghi più luminosi e rumorosi, affollati, delle città e dei paesi che ne avevano uno. Non per nulla, proprio i giorni di mercato venivano scelti per eseguire in pubblico i roghi punitivi ed esemplari. Magari i profumi non erano proprio di frutta e verdura fresca, in quei giorni, ecco.
Anche a Borno il baricentro della rievocazione medioevale, si trova nella piazza più luminosa di Borno: piazza San Giovanni Paolo II, prospiciente la chiesa di San Giovanni Evangelista, ex chiesa di San Martino fino al XVII secolo.
Perché lo so e lo faccio notare? Primo perché è il luogo più prominente di Borno antica. E poi perché come scalvino so che davanti alla chiesa di S. Martino i miei avi-avi-avi, «riuniti con i rappresentanti di Borno», e molte altre autorità religiose e civili importanti, nel lontano 1018 (sì, 1007 anni fa), in un giorno di novembre, si promisero di smettere di farsi guerra per i boschi del Negrino. Non mantennero.
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