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Valentina e la sua ‘Baita’, attività storica: “Adoro vivere e lavorare qui, Cevo è un paradiso. Non farei mai cambio con la città”

Valentina e la sua ‘Baita’, attività storica: “Adoro vivere e lavorare qui, Cevo è un paradiso. Non farei mai cambio con la città”

Il comune di Cevo sorge in Valsaviore, valle laterale della Valcamonica, in cima al dosso dell’Androla, all’interno del Parco regionale dell’Adamello. Così si legge su wikipedia il sito che descrive ogni cosa.
Sono sincera non conoscevo questo posto ma le foto trovate sul web mi svelano un luogo magico, immerso nella natura. Viene voglia di farci un giro, i sentieri non mancano, anzi ci vorrebbero settimane per farli tutti. Che poi viene fame e allora fermarsi a degustare una buona pizza rimirando il tramonto.
Chissà se c’è poi una pizzeria o un ristorante in un paese con soli 788 abitanti.
Invece ce n’è più di una, e negozi, farmacia, alimentari… una magia anche questa in un’area interna. Noi però decidiamo di fermarci alla “Baita di Cevo” perchè è nell’elenco delle attività storiche premiate quest’anno da Regione Lombardia con una targa che certifica la lunga vita di questi testimoni del tempo. In questo caso della ristorazione di montagna.
Ci apre le porte del suo regno, la giovane Valentina Grazioli del 1989, ora “cevese” in tutto e per tutto ma arriva da dieci km più lontano, da Sellero.
Eccola, occhi illuminati e sorriso smagliante, orgogliosa di raccontarci il percorso che l’ha condotta fin quassù a quota 1.100 metri: “Ho rilevato questa attività nel 2019, con una intuizione formidabile (Valentina ride) proprio prima del covid! Immaginati impegnare risorse economiche e fatica a sistemare tutto e rinnovare e poi… tutto fermo per più di un anno. Però dai, superato quel periodo poi è stata tutta discesa”.
Quindi l’attività storica, di cui hai appena ritirato la certificazione, non è della tua famiglia: “No per niente. Qui l’attività l’ha aperta esattamente cinquant’anni fa la signora Lina Monella. L’ha gestita egregiamente per 40 anni, poi raggiunta l’età della pensione l’hanno presa in mano i figli che però avevano già altre attività, quindi si sono avvicendate altre gestioni di minor tempo e infine, su suggerimento di mia cugina, eccomi qui!”.
Avevi già esperienza di ristorazione o hai imparato da zero? “Ho fatto l’alberghiera, cucina, poi ho lavorato nel settore per anni, l’esperienza più significativa dove ho imparato tutto è stata per dieci anni all’hotel Avio a Temù, la mia seconda famiglia! Poi volevo cambiare e ho lavorato ad Edolo in una situazione più giovanile e serale. Avevo sempre pensato di aprire qualcosa di mio, ma avevo messo via il pensiero, invece quando è arrivata la proposta di mia cugina sono venuta a vedere… ero scettica e invece adesso sono proprio soddisfatta della mia scelta”. Valentina, fai tutto da sola o hai un aiuto famigliare, un supporto? “Ho la fortuna di avere il supporto, all’occorrenza di mio papà Francesco, adesso è in pensione e fa di tutto se serve, e serve soprattutto durante il periodo di alta stagione quando il flusso di turisti aumenta notevolmente”.
Se dovessi fare uno spot per Cevo quale è l’attrazione più importante per cui vale la pena venire quassù: (sospirone) “Sarà che io sono innamorata di questa montagna e della montagna in genere, però qui ci sono paesaggi incredibili, per chi ama camminare qui c’è l’imbarazzo della scelta. Da poche centinaia di metri e facili a molti chilometri con qualche difficoltà… e poi i colori, guarda adesso col foliage! É bello anche quando sale la nebbia sulle cime e poi dirada e svela un paesaggio incantato. E tutto questo lo vedo dalla finestra del mio bar…”.
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