“Ti sta venendo incontro Mara, la trovi all’ingresso”, il presidente della Fondazione Santa Maria della Neve, Oscar Panigada, accoglie così il mio arrivo in un freddo pomeriggio di metà dicembre. E Mara, una dolcissima educatrice, è già lì ad aspettarmi all’ingresso, mentre l’edificio si sta spogliando dei ponteggi dopo mesi e mesi di lavori. E’ proprio lei a guidarmi nel salone dove mi stanno già aspettando alcuni ospiti della Rsa.
Parleremo del Natale, del Natale di ieri, quello finito nel cassetto dei ricordi e quello di oggi, con dentro un pizzico di emozione e di occhi lucidi. Mita, Luigia e Luciano sono i tre ospiti della Rsa che faranno una chiacchierata con me.
Ci accomodiamo ad un tavolo, mentre tutti gli altri attorno, in silenzio, ci ascoltano. A dare il via alle danze è la signora Mita: “Mi chiamo Mita Mei, ho 94 anni, sono nata a Trieste nel 1931, però dammi del tu, per favore”. Sorridiamo e siamo d’accordo così. Mita, come sei arrivata in Valle Camonica? “Mio papà era un ferroviere e quindi abbiamo girato un po’ per poi approdare in provincia di Ancona, precisamente a Fabriano, la città della carta, la conosci? Sai, a me piace chiamarla la città del Gentile, perché la Natività di Gentile da Fabriano è un capolavoro assoluto!
L’ho vista in una mostra al Louvre, era meravigliosa. Noi italiani abbiamo un patrimonio artistico indicibile, ma non sappiamo valorizzarlo… una bella opera d’arte ingentilisce l’animo, pensa che io davanti alla Pietà di Michelangelo ho pianto”.
Mita quando parla ha uno sguardo luminoso: “Mi sono sposata all’inizio degli anni Sessanta e mio marito, che era emiliano di nascita lavorava all’Italsider di Lovere, mentre io facevo l’assistente sociale”.
Quanti figli hai? “Tre figli, mio marito era vedovo con due bambine poi è nato il terzo, però per me sono state le mie figlie fin da subito e loro mi hanno sempre chiamato mamma… e io avevo un magone dentro, ero felicissima”.
ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO DI ARABERARA VALCAMONICA IN EDICOLA DAL 19 DICEMBRE
i racconti
Viaggio nel Natale dei ricordi alla casa di riposo di Pisogne