“Fragili donne, Matrici di Paradiso”
Storie di donne e sindache della nostra valle.
Barbara Bonicelli, Marina Lanzetti, Elena Broggi, Marzia Romano, Serena Morgani. Artogne, Ceto, Ono San Pietro, Cerveno, Saviore dell’Adamello. Cinque donne che in comune hanno la fascia tricolore, chi indossata per la prima volta pochi anni fa, chi invece la vita amministrativa la conosce da tempo ed è pronta a passare il testimone. E poi Giacomina Togni, che il prossimo 13 marzo soffierà sulle 103 candeline ed è stata la più anziana a ricevere il vaccino anti Covid. E ancora mamma Clara e la sua Susanna, due Donne ‘skizzate’ d’amore. Infine Donne e Diritti, il centro antiviolenza camuno che abbraccia tutte quelle donne fragili e che hanno bisogno d’aiuto. Noi di Araberara la Festa della Donna l’abbiamo voluta raccontare proprio così, attraverso queste voci. Perché abbiamo voluto dare un segnale diverso, raccogliendo voci diverse, perché è stato ed è un anno difficile. Un anno dopo i femminicidi e le violenze sulle donne sono aumentate a dismisura. A leggere ciò che sta accadendo, e provando a osservare con un minimo di prospettiva, sembra di assistere allo stillicidio di una specie. Lo stillicidio della specie delle ultime, delle sfortunate, delle indifese, delle vecchie, delle giovani, delle reiette, delle eccellenti, delle specie di provincia come delle specie di centro città, la specie delle magre, delle tonde, delle quadrate ma soprattutto di quelle che hanno abbassato lo sguardo per un attimo, e hanno pagato un prezzo troppo salato. Ultime delle ultime anche nei diritti, perché se sul lavoro non c’è problema a disfarsi di una debole, nella vita personale ci sono poche persone, intorno, pronte a difendere una persona che non ti può restituire il favore. Anzi. Spesso, intorno non c’è proprio nessuno, tanto che bisogna chiamare un numero verde o scrivere in chat, e le violenze durante il Covid che ci tiene sempre in casa sono più che raddoppiate (sempre secondo Istat). I femminicidi, anch’essi aumentati: ogni tre giorni perdiamo una donna. Perché la violenza non diventi normalità. Abbiamo cosi raccolto voci di donne che si dividono tra impegni istituzionali, la famiglia, il lavoro con la tenacia e la determinazione che le contraddistingue. Voci di donne pronte a combattere contro i pregiudizi e per inseguire i propri sogni, che spesso corrispondono anche a quelli dei cittadini che sono state chiamate a rappresentare. Ognuna a modo suo.
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