Parlare con il “mago del cuore” è perfino facile, basta trovare il tempo e il modo di incastrare il colloquio tra un impegno e l’altro del prof. Antonio Curnis che è uno per cui non si spreca l’aggettivo “luminare”. E poi è nato dalle nostre parti, a Fonteno, dove torna quando può, è primario di Elettrofisiologia agli “Spedali Civili di Brescia, ma è un giramondo, viene chiamato in ogni parte del mondo per consulenze, convegni e interventi.
È stata una giornata lunga, difficile e faticosa. È lunedì sera, sera tarda, ha appena finito le ultime visite, finalmente può tirare il fiato. Il fiato glielo facciamo sprecare per spiegarci in cosa consista quella che è stata diffusa come una novità. Una novità assoluta per l’Ospedale di Esine, non assoluta in Italia. Cominciamo.
Ma è davvero un’innovazione epocale, tipo l’invenzione di Guglielmo Marconi del telegrafo senza fili questa del pacemaker senza fili?
“In realtà sono dispositivi che sono già da parecchio sul mercato. A Brescia ne abbiamo già impiantati molti, credo circa 500. Sono per ora di due tipi e sono prodotti da due aziende americane. Prossimamente ci sarà sul mercato un altro sistema simile di un’altra azienda americana e poi arriverà anche il prodotto di un’azienda tedesca. Il vantaggio è che questi sistemi li impianti direttamente nel cuore, che poi ci sia un sistema a viti o ad ancoraggio oppure con le ancorette cambia poco, hanno delle caratteristiche un po’ diverse tra di loro ma fondamentalmente permettono al cuore di essere stimolato senza avere i fili e il pacemaker convenzionale che viene impiantato in una ‘tasca’ sottopettorale destra o sinistra con i fili che entrano nel cuore…”.
Quindi questo meccanismo viene impiantato direttamente nel cuore. Come?
“Nel ventricolo destro oppure uno in atrio e uno in ventricolo, dipende dal tipo di paziente che devi stimolare”.
Naturalmente per la maggioranza di noi è arabo. Semplifichiamo: che vantaggio c’è per il paziente?
“Intanto hai il vantaggio che non hai più la ‘tasca’ e i fili. I fili possono rompersi, possono infettarsi, la tasca dove c’è il pacemaker può rompersi, puoi avere un ematoma, un’infezione, eliminando tutte queste cose i rischi diminuiscono e praticamente si azzerano”.
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Antonio Curnis, il “Mago del cuore”. Tutor a Esine per il pacemaker senza fili “Importante per Valcamonica e Alto Sebino”