l'intervista

Chef Davide Pronti, da Riccione alla Valle per… amore: “Ho fatto la gavetta nell’albergo di famiglia, ora porterò i sapori camuni ai mondiali di pasta fresca”

Chef Davide Pronti, da Riccione alla Valle per… amore: “Ho fatto la gavetta nell’albergo di famiglia, ora porterò i sapori camuni ai mondiali di pasta fresca”

Lo chef Davide Pronti approderà presto in Valcamonica, una scelta fatta per… amore. Originario di Riccione, classe 1979, trasferito in Val d’Ossola e poi in Svizzera, dove lavora, è pronto a cambiare vita.
“Tramite Radio Dj ho conosciuto il vivaista Matteo Moscardi di Darfo Boario Terme e questo è stato il mio primo contatto con la valle, e con lui collaboro per le mie ricette soprattutto per quanto riguarda la parte vegetale e il suo aiuto ha contribuito a farmi vincere degli importanti premi”, spiega.
Ma riavvolgiamo il nastro. “La mia carriera è iniziata nell’albergo di famiglia che ora non c’è più, a Riccione, dove sotto la guida della mamma ho imparato a muovere primi passi ai fornelli. Non sono partito subito a fare il cuoco ma come tutti gli altri ho fatto la gavetta, nonostante l’albergo fosse dei miei genitori e partire dal basso mi ha aiutato tanto perché quei sacrifici li apprezzi di più. Quando d’inverno l’albergo era chiuso andavo a lavorare in altri ristoranti della zona e qui ho affinato le mie tecniche, ho ‘rubato’ qualche ricetta che poi ho rivisitato, mentre dalla mamma ho imparato a fare la pasta fresca e tutto quello che è la cucina tradizionale. La vita poi mi ha portato in Val d’Ossola dove ho iniziato a lavorare in un ristorante come cameriere. Nel frattempo sono andato all’università infermieristica e ho discusso la tesi sulla terapia intensiva neonatale ma ho avuto un crollo emotivo perché ho capito che quello non era il mio mondo, nonostante fossi volontario della Croce Rossa, essere in reparto era tutta un’altra cosa. Quindi sono tornato a fare il cameriere fino a quando ho guadagnato la fiducia dello chef e sono andato in cucina… ma ho cambiato tre ristoranti, perché nessuno di quelli lavorava secondo la mia filosofia”.
Quale è la tua? “Usare prodotti del territorio ed esaltarli al massimo. Da lì parte il mio percorso di rivoluzione dove ho potuto esprimere la mia cucina con i prodotti locali della Val d’Ossola, tra cui i salumi, e poi grazie allo chef Antimo Migliaccio sono entrato nel gruppo eccellenze territoriali delle varie regioni. Ho iniziato a conoscere le varie realtà locali, le ho visitate per capirne la storia e quello che ho imparato in questi tour enogastronomici l’ho portato nella mia cucina. In quegli anni ho iniziato a collezionare premi, ho partecipato a diversi cooking show e ho fatto diverse cose per promuovere la mia figura di chef, poi ho avuto la fortuna di fare esperienze internazionali in Svizzera dove tuttora lavoro ma la vera svolta è arrivata quest’anno, sia professionalmente che umanamente, quando ho conosciuto Gianluca Nana, un macellaio ristoratore di La Spezia, che mi ha dato un input ulteriore su quello che voglio fare ovvero la frollatura delle carni e del pesce, soprattutto quello di lago”.
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