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Gianluca e la sua casa-bottega dove gli organi antichi tornano a suonare

Gianluca e la sua casa-bottega dove gli organi antichi tornano a suonare

Avete presente quando sentite la passione vibrare nelle corde vocali di chi vi sta parlando? Ecco, è quella sensazione che ho sentito quando Gianluca Chiminelli, da poche settimane rientrato da Stoccolma dove si è tenuto l’ultimo congresso internazionale ISO (International Society of Organbuilders), mi ha fatto strada dentro la sua bottega organaria a Darfo Boario Terme, anzi a Pellalepre, per essere precisi. Qui, da oltre 35 anni, si respira un’immensa passione per la musica e per l’artigianato.
“Nasco come violoncellista – spiega – ho fatto 15 anni nell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, però da sempre ho coltivato la passione del restauro e della costruzione degli organi, strumenti che purtroppo sono poco conosciuti a livello generale.
Si è abituati a quelle quattro canne di facciata che si vedono in chiesa alzando un occhio distrattamente, ma ti assicuro che dietro c’è un mondo intero e una tradizione che si evolve da secoli in maniera indipendente in ogni paese: l’organaria italiana ha una sua storia, quella francese ne ha un’altra e così per ogni Nazione”.
Cosa ti affascinava? “Da bambino ho avuto una visione ed è quello che mi auguro sempre che succeda ai miei figli. Quando avevo 14 anni ho avuto la fortuna, o la sfortuna (sorride, ndr) di essere portato da mio padre su un organo, che lui suonava da giovane. Ho trovato un mondo di ordigni, di meccanica, di canne, di tubi, di ragnatele e di abbandono. Ogni organo è diverso dall’altro ed è un unicum, che viene progettato per un determinato ambiente, per quell’acustica e volumetria, non è mai una produzione in serie”.

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