PISOGNE

La Tipografia Soardi, da nonno Domenico ad Andrea e Alfredo e quella macchina del 1923

La Tipografia Soardi, da nonno Domenico ad Andrea e Alfredo e quella macchina del 1923
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Ci sono luoghi in cui si respira ancora tutta la magia di una storia che continua a restare presente. È una mattinata uggiosa di luglio, il cielo ha appena concesso un attimo di tregua. La porta in legno che conduce dentro il mondo della Tipografia Soardi Domenico a Pisogne è spalancata. Le luci sono accese, ma Andrea e Alfredo compaiono dalla stradina che costeggia sulla destra l’edificio. L’orologio segna le 8:30 in punto, Alfredo si dirige nel retro della tipografia perché il lavoro chiama, mentre Andrea racconta d’un fiato quell’attività cominciata da nonno Domenico nei primi anni del Novecento “anche se non ho mai trovato nessun documento che potesse confermarci un anno preciso, so soltanto che aveva studiato tipografia agli Artigianelli a Brescia”, poi passata a papà Eligio e i suoi fratelli e infine proprio ad Andrea e Alfredo. Siamo in piazza don Luigi Ghitti, a pochi passi dal centro storico e di fronte la ferrovia e il panorama del lago. Ma se questi dettagli non sono abbastanza per capire dove ci troviamo, non esageriamo dicendo che la tipografia si trova al piano terra dell’edificio più fotografato di Pisogne “e ti dirò che non passa giorno in cui da qui non passi qualcuno che si ferma a scattare una fotografia. Qualcuno, soprattutto gli stranieri, vedendo che siamo una tipografia entrano per curiosare e noi siamo felici di accoglierli”. Un simbolo per la cittadina “e infatti si trova anche nei libri, anche perché se non è il più antico è sicuramente uno tra i più antichi edifici di Pisogne. Noi abbiamo voluto mantenerlo come in passato, abbiamo ridipinto l’involto, ma il pavimento in cotto è rimasto sempre lo stesso” o forse i fiori colorati sulle scale e sul bancone e l’edera che si arrampica lungo la parete che lo rende affascinante...

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