BERZO DEMO - L’arresto del Sindaco, i domiciliari, le dimissioni e gli appalti. E ora?

BERZO DEMO - L’arresto del Sindaco, i domiciliari, le dimissioni e gli appalti. E ora?
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“Vorrei, per dare una forma alla mia scelta, spiegare a chi ha creduto in me quello che mi ha spinto a una decisione difficile e dolorosa. Le condizioni che si sono create a seguito delle indagini, conoscendo l'iter giudiziario, avrebbero potuto protrarre gli arresti domiciliari fino anche a tre /sei mesi, impedendomi di poter svolgere il mio lavoro e ritrovare momenti significativi con i miei figli, senza doverli obbligare a stare chiusi in casa per poter stare insieme. Ho dovuto scegliere se anteporre il bene per la comunità (vocazione che credo di aver sempre avuto da quando ho conosciuto l'onore di essere Sindaco) alla tutela della mia vita privata e dell'attività lavorativa. Attività, creata dalla mia famiglia e la quale, senza la mia presenza rischiava il collasso.  Ho scelto di tutelare il bene dei miei figli, la mia famiglia e di portare rispetto agli immensi sacrifici fatti in passato dai miei genitori e mio zio per creare un'attività di tutto rispetto”.

Il post è di Giovan Battista Bernardi, ormai ex sindaco di Berzo Demo, fresco di dimissioni dopo l’interrogatorio di qualche giorno fa davanti al Gip del Tribunale di Brescia che ha così revocato gli arresti domiciliari. Bernardi era stato arrestato una settimana prima nell’ambito di un’inchiesta su presunti appalti pilotati, nel Comune di Berzo Demo. La decisione del giudice, che ha accolto la richiesta del difensore di Bernardi e che aveva già avuto il parere positivo del Pm titolare dell’indagine, è arrivata dopo che poche ore prima lo stesso Bernardi aveva rassegnato le dimissioni da primo cittadino.

Il giudice ha sostituito la misura degli arresti domiciliari con l’obbligo di presentazione ai carabinieri. Bernardi e il responsabile del servizio del settore tecnico manutentivo e patrimonio di Berzo Demo Fedele Bernardi erano stati arrestati alcuni giorni fa nell'ambito di un'inchiesta su presunti appalti pilotati.

L'accusa è di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

Con loro altre tre persone sono indagate nell'ambito della stessa inchiesta. Il responsabile del Servizio settore tecnico ha fatto dichiarazioni spontanee scritte e non ha chiesto misure alternative.  L’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Brescia, era stata eseguita la mattina del 23 febbraio.

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