Concarena, la minaccia della montagna che precipita a valle
Senza voler creare panico ed allarmismi, in seguito all'ultima colata del 16 agosto scorso, visti i dati provenienti dal progetto di monitoraggio del movimento della frana della Tavola comunicatici da Regione Lombardia, vista la possibilità di nuovi temporali (ci auguriamo non dell'intensità di quello che ha colpito il tratto di Concarena attenzionato la sera di lunedì 16 agosto), visto che l'alveo del torrente è colmo di materiale che con i lavori di pronto intervento in corso verrà asportato e riposizionato in tempi tecnici non brevissimi... tutto ciò predetto, non è possibile pensare di non mantenere alta la soglia di allerta tra i cittadini. Anche in data odierna, nuovi sopralluoghi ed incontri ci aiuteranno ad essere più consapevoli della situazione”, spiega il sindaco di Cerveno Marzia Romano.
Il movimento franoso lungo il Torrente Blè accelera e continua a preoccupare. Una storia che somiglia molto a quella di cui abbiamo parlato qualche mese fa, quando a preoccupare era il Monte Saresano a Tavernola, sul Lago d’Iseo. Ma cosa succede ai piedi della Concarena tra Cerveno e Ono San Pietro?
Uno studio avviato dalla Regione insieme al Politecnico, propedeutico alla posa di un sistema di allerta ha rilevato un’accelerazione del movimento franoso tra i sei e i dieci centimetri all’anno. E la massa di materiale che si sta spostando è di notevole entità: tra i 400mila e un milione e mezzo di metri cubi.
Nel 2019 - sempre ad agosto - era stato riconosciuto lo stato di emergenza da parte di Regione Lombardia in seguito al crollo del ponte che collega i due paesi. Una situazione drammatica che aveva interessato oltre alla ciclabile anche le strade, distrutte e di conseguenza chiuse alla circolazione. Due anni dopo, con le forti piogge del 16 agosto, la Concarena torna a fare paura. Si sono scaricati 50mila metri cubi di materiale a monte della nuova briglia, costruita a protezione del guado della ciclabile alta con esondazione sulla destra nelle aree agricole sottostanti, che ospitano numerosi fabbricati con destinazione d’uso di varia tipologia. I quattro milioni e mezzo ottenuti dopo lo stato di emergenza avevano fatto scattare i primi interventi, tra cui è in corso lo svasamento del letto del torrente e l’innalzamento degli argini che servono a proteggere le aree interessate proprio dall’esondazione del 16 agosto.
SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 27 AGOSTO