Darfo

Dario Bonfanti e il suo Agriturismo Roncadizza Lumaghera

“I prodotti a chilometro zero, la farina locale, la fattoria didattica e uno sguardo al futuro".

Dario Bonfanti e il suo Agriturismo Roncadizza Lumaghera
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L’Agriturismo Roncadizza Lumaghera di Darfo Boario, nel corso degli anni, ha saputo consolidarsi come fiore all’occhiello del territorio camuno. L’agriturismo è composto da un’azienda agricola, la quale fornisce i prodotti a chilometro zero, dalla fattoria, dove vengono allevati gli animali, dal ristorante e dagli appartamenti, in cui è possibile pernottare durante la settimana. La società, oltre che ad essere un luogo di ristorazione, è anche una fattoria didattica accreditata nel circuito della Lombardia, propone percorsi didattici per i bambini, per le scuole, per i gruppi di anziani e per i gruppi dei disabili. Per quanto riguarda la coltivazione, l’azienda è conosciuta soprattutto per la lavorazione del mirtillo, mentre, per quanto riguarda gli animali, l’agriturismo punta molto sull’allevamento delle lumache, da cui prende anche il nome. Diversi anni fa, Roncadizza Lumaghera ha intrapreso il progetto “Food for Life”, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Brescia e con diverse società del territorio: “Il progetto “Food for Life” è ormai datato – spiega il titolare dell’Agriturismo Roncadizza Lumaghera Dario Bonfanti - , risale alle annate 2015 e 2016. L’iniziativa riguardava più aziende della Vallecamonica. L’obiettivo era la ricerca di prodotti del nostro territorio, i quali hanno un valore aggiunto, perché coltivati in montagna e aventi al proprio interno sostanze che li caratterizzano. Il progetto è stato portato avanti in collaborazione con l’Università di Brescia, con lo scopo di analizzare i prodotti della Valle, per cercare di scoprire se, contenessero più sostanze, come Polifenoli o Omega-3, rispetto ad altre coltivazioni. Per esempio, il formaggio nostrano, oltre che ad essere di montagna e prodotto dai contadini locali, ha anche delle proprietà “curative”, perché migliora la salute. Purtroppo il progetto non ha avuto una lunga durata, perché era finanziato dai fondi universitari e, finiti questi, è cessata anche l’iniziativa”.

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