Pianico - La storia

David, lo chef dei vip: “Quel Capo di Stato che mi ha tenuto a Porto Cervo per un mese, tra stilisti, calciatori e politici e… mio nonno, il mio mentore”

David, lo chef dei vip: “Quel Capo di Stato che mi ha tenuto a Porto Cervo per un mese, tra stilisti, calciatori e politici e… mio nonno, il mio mentore”
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David, camicia a quadri, maglietta bianca, occhi scuri e curiosi, quando parla di Cucina (e la scriviamo con la C maiuscola) si illumina. David di cognome fa Fiordigiglio, arriva da Pianico (origini napoletane) ed è lo chef dei vip, che scritto così è riduttivo, David ha cucinato e cucina per attori, cantanti, calciatori, capi di Stato e molto altro. Insomma lo chef dei vip è bergamasco, ha 25 anni ma quando racconta le sue esperienze sembra aver vissuto già 10 vite: “Sono nato a Lovere e sin da piccolo ho sentito forte la passione per la cucina, me l’ha trasmessa mio nonno, napoletano doc, e così ho mischiato i due mondi da subito, quello un po' freddo bergamasco e quello caldo napoletano” e le influenze si sono viste subito anche nei piatti di David: “Mio nonno faceva il maître sulle navi da crociera, poi la società per cui lavorava è fallita e così si è trasferito da Torre del Greco a Schilpario, dove faceva il bidello”, era la metà degli anni ’70, quando parla del nonno David si illumina, quasi come quando parla della cucina, e infatti nonno e cucina hanno molto in comune: “La passione per la cucina l’ho ereditata da lui”.

La famiglia di David rimane qui in provincia di Bergamo e anche la mamma di David fa la bidella ma il nonno la passione per la cucina non l’abbandona: “Osservavo il suo modo di servire i piatti, la forchetta posata in un certo modo, una cucina molto curata, ed è un modo per dire anche che ci si vuole bene, la cura della tavola è importante. Mio nonno poi avendo fatto il maître parlava molto bene inglese e così mi aiutava nei compiti, sono stato cresciuto dai nonni”.

David ha una sorella più grande, Valentina, David, spirito nomade ma cuore stanziale, nel senso che la sua famiglia nel suo cuore ha un posto da prima fila: “Mi sono iscritto alla scuola Alberghiera di Darfo, e lì ho cominciato anche al di fuori dell’orario scolastico a cimentarmi nei piatti della tradizione napoletana, dalla pastiera ai paccheri magari con rivisitazioni bergamasche”, perché senza un pizzico di follia non si fa nulla, tanto meno la differenza e questo David lo sa: “Senza curiosità, senza passione, senza la famosa ‘cazzimma’ di noi napoletani non ce la puoi fare. E’ quella che ti fa arrivare, ti fa passare sere e notti a cercare il tuo chef stellato preferito e contattarlo per poi finire a lavorare per lui e con lui”.

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