Esine

Davide Calore, l’arrotino camuno che fa rivivere la figura storica del ‘moléta’

Nato a Genova, ma si è trasferito da bambino in valle: "Mi è sempre piaciuto il lavoro manuale, fin da piccolo giocavo con coltellini di legno ed ero particolarmente interessato ai coltelli e alle forbici"

Davide Calore, l’arrotino camuno che fa rivivere  la figura storica del ‘moléta’
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Forse nei ricordi di chi ha una certa età c’è ancora la figura del “moléta”, l’arrotino ambulante che percorreva le nostre contrade in cerca di coltelli e forbici da affilare. Di solito si annunciava a gran voce rivolgendosi soprattutto alle massaie e poi si metteva all’opera con la sua ‘mola’, ricavata da una pietra arenaria rotonda ricca di quarzo, al centro della quale passava un ferro a forma di manovella collegato ad un pedale: muovendolo, il ‘moléta’ faceva girare la ‘mola’, mantenendola sempre bagnata col filo d’acqua che colava da un barattolo.

Un lavoro, quello del ‘moléta’,  che sembra appartenere ad un passato remoto in gran parte dimenticato e una passione, quella di Davide Calore, 39 anni, che lo riscopre e lo valorizza: Davide si definisce infatti “arrotino camuno”, a sottolineare  sia la continuità con la tradizione di un mestiere antico, sia l’identità che sente più sua, quella camuna, anche se è nato a Genova e sua madre Nadia è ligure mentre il padre Sergio è di origini valtellinesi: “Da Genova venimmo ad abitare qui alla Sacca di Esine quand’ero ancora un neonato, perciò mi sento camuno a tutti gli effetti – dice -. Mi è sempre piaciuto il lavoro manuale, (che dev’essere una passione di famiglia perché il fratello più grande di Davide, Cristiano, conduce uno studio di tatuaggio, n. d. r.),  fin da piccolo giocavo con coltellini di legno ed ero particolarmente interessato, appunto, ai coltelli, alle forbici, insomma a tutti i tipi di lame”.

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