EDOLO - VAL SERIANA - Da Edolo all’Asta del Serio per seminare grano e segale. Giovani studenti dell’università nel mondo della natura

EDOLO - VAL SERIANA - Da Edolo all’Asta del Serio per seminare grano e segale. Giovani studenti dell’università nel mondo della natura
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Della bergamasca contadina e agraria del secolo scorso ormai non rimane più nulla. Piano piano l’industria ha spodestato l’agricoltura e l’allevamento che per secoli hanno trainato l’economia della provincia.

Nella nostra valle, dove oggi sorgono importanti siti produttivi, vi erano distese di campi e frutteti che si spingevano, strappando veri e propri fazzoletti di terra tra le rocce e i burroni, fino alle cime delle montagne.

Il bosco, oggi abbandonato, che avanza sempre più, un tempo era curato e dava da vivere ad intere famiglie: da esso si ricavava legname, animali e frutti selvatici. Le generazioni più giovani ricavano questo panorama dai racconti che fanno gli anziani, ma un angolo di questo mondo passato lo si può vivere ancora a Nasolino.

Qui il tempo sembra essersi fermato. La natura e l’uomo vivono in un ottimo equilibrio e diventa così il teatro ideale per allestire un punto strategico di recupero della tradizione.  “Un tempo - come ci racconta con quasi un senso di nostalgia Andrea Messa, da ormai molti anni impegnato nella valorizzazione e nel recupero dei cereali minori tramite l’Associazione GRANI ASTA del SERIO - la mietitura, che nel fondovalle si iniziava nella seconda metà di giugno, si concludeva a inizio agosto a Oltressenda Alta. L’agricoltura montana era composta da specie e tipologie di cereali minori, nel senso che la loro resa era molto bassa. Nella seconda metà del secolo scorso questo patrimonio naturalistico, che componeva la nostra biodiversità, si è gravemente danneggiato e sembrava quasi irrecuperabile. Tuttavia, complice anche una sempre maggiore attenzione da parte dei consumatori, questi cereali e grani si stanno riscoprendo e di loro emerge, se coltivati in zone incontaminate come le nostre montagne, la loro altissima qualità. È quindi rinata dall’oblio una fetta importante della nostra storia. Recuperando questo ricordo che ho io della mia infanzia, siamo riusciti a organizzare, con un gruppo di ragazzi dell’ UNIVERSITA’ degli STUDI UNIMI di Milano e della sede distaccata UNIMONT di Edolo, una giornata dedicata a questa attività. Una volta dobbiamo pensare dovesse essere una grande festa, con fiere e mercatini, e soprattutto bisogna ricordare che dalla resa del raccolto la popolazione dipendeva interamente nel periodo invernale. Era quindi una lavorazione importantissima e nel segno di questa tradizione abbiamo mietuto un piccolo campo di segale. I mezzi utilizzati sono in parte quelli della tradizione, come, tra i tanti, “la misurò”, “la ranzò”, “ol forcù” e molti alti attrezzi ormai dimenticati, affiancati da una piccola trebbiatrice che si riesce ad utilizzare in zone scoscese come queste”.

Entrati nel pieno della lavorazione, dopo aver opportunamente tagliato parte del campo della segale, si accende la macchina per trebbiare, il processo per dividere i semi dalla spiga.

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