Francesca, il tumore al seno e la rinascita
“Le chemio e le ciocche di capelli che cadevano… Yuri, il mio bambino in cielo, è il mio angelo custode”.
Francesca, che di cognome fa Laini, parla con un filo di voce appena, la più piccola delle sue nipotine, che ha un anno e mezzo, si è addormentata da poco (anche se si è svegliata cinque minuti più tardi). Insieme a Francesca abbiamo ripercorso il ‘viaggio’ nella malattia, quando cinque anni fa le è stato diagnosticato il tumore al seno. Ha 53 anni, vive a Gratacasolo insieme al marito Gianfranco, la sua luce.
“A dirti la verità non ho mai pensato che questo tumore mi abbia sconvolto la vita, perché ho perso Yuri, il mio bambino, per un tumore e quindi anche se non l’ho presa di certo alla leggera, avevo già passato il peggio. Insomma, io l’ho vissuta così. Ho sempre cercato di fare quello che facevo prima, certo, la terapia mi rendeva più stanca del solito, non potevo fare tutto, ma pian piano sto ricominciando. Non è stato un percorso facile neanche perché quando ho scoperto di essere malata, hanno trovato un tumore anche a mio fratello… lui dopo nove mesi di lotta se n’è andato, sono passati già tre anni”.
Francesca ha combattuto la sua battaglia con grande forza, portandola anche a suo fratello:
“Il mio motto è questo: solo alla morte non c’è rimedio. Non bisogna arrendersi e basta. Devo essere sincera, sono stata fortunata perché ho sempre avuto al mio fianco mio marito Gianfranco, non mi ha mai lasciato da sola, né quando ero a Torino con il mio bambino né quando sono stata malata e ti assicuro che non è così scontato, negli ospedali ho incontrato tante donne che hanno dovuto combattere e affrontare la malattia completamente da sole perché il compagno non se la sentiva. E poi ho avuto le mie figlie, Simona e Hillary, le mie sorelle, le mie nipotine e le mie amiche… poche, ma quelle ci sono sempre state”.
Riavvolgiamo il nastro, torniamo a quel giorno di cinque anni fa…
“Non avevo nessun sintomo, non sentivo niente se non un po’ di stanchezza al braccio… ma non ero preoccupata. Quindi se mi chiedi come mi sono accorta, beh, non mi sono accorta di nulla, ma so di avere un angelo custode in cielo. Volevo fare la mammografia, ma il medico mi ha detto di aspettare che di lì a poco sarei rientrata con l’età e non avrei pagato nulla. Mi sono detta che per quei 40 euro sarei stata comunque la stessa e quindi ho deciso di farla. Era verso aprile, si avvicinava il compleanno del mio bambino… ho fatto la visita e sono tornata a casa. Se c’è qualcosa che non va ti chiamano, succede sempre così, quando ho visto che era passato quasi un mese ero tranquilla, ero convinta fosse andato tutto bene. Invece un giorno è arrivata la telefonata, mi hanno detto che avrei dovuto fare l’ago aspirato, che però è risultato dubbio.
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