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Il Centenario di fondazione dell’Associazione Alpini

Il Centenario di fondazione dell’Associazione Alpini
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La fine della prima Guerra Mondiale vide tornare alle loro terre d’origine tanti militari che avevano combattuto sui vari fronti.

Tra essi numerosi alpini, alcuni dei quali con i segni di ferite riportate o che ostentavano sul petto qualche segno del loro impegno in battaglia. In tutti l’orgoglio del dovere compiuto, ma anche la delusione di una vittoria mutilata e per una crisi, politica, economica e morale in cui il Paese si era venuto a trovare. A Milano, come altrove, le Penne Nere reduci dai vari fronti cominciarono ad incontrarsi, a raccontare le esperienze vissute, a stringere amicizie ad impegnarsi per rendere durature queste possibilità di stare insieme. Nascono così i primi convegni e le prime formali iniziative di costituzione di un’Associazione in cui trovino accoglienza reduci alpini, ufficiali e soldati.

Ne sono promotori il colonnello Pizzagalli, segretario generale del Comune di Milano e il capitano Arturo Andreoletti, entrambi pluridecorati al valor militare.

 

Le medaglie d’oro appuntate

sul vessillo camuno

  • M.O.V.M. Cap. Francesco Tonolini
  • M.O.V.M. Ten. Angelo Tognali
  • M.O.V.M. S.Ten. Leonida Magnolini
  • M.O.V.M. Giuseppe Moles
  • M.O.V.M. Giovanni Venturini
  • N° 4 medaglie al Valore Civile

 

Dal Labaro dell’Associazione Nazionale Alpini

Cap. FRANCESCO TONOLINI

Capitano degli Alpini, Comandante della 137° Compagnia del Battaglione “STELVIO”

Capitano 5° Reggimento Alpini

Breno 28 aprile 1880 – + Montagnola di Valdobbiadene 28 ottobre 1918

MEDAGLIA d’ORO al V.M. “alla memoria”

MOTIVAZIONE: “Ufficiale di conosciutissimo valore e di singolare ardire, sempre pronto ad ogni aspro cimento, animato da fede indomabile, che sapeva trasfondere in ufficiali e truppa, fu costantemente primo fra i primi di fronte al nemico. Nel difficile passaggio di un fiume, rivendicò per sé il compito più pericoloso. Trascinò imperterrito la Compagnia sotto il fuoco intenso di mitragliatrici per la conquista di una importante posizione, agevolando l’azione dei reparti di un altro battaglione. Contro l’ostinata resistenza dello avversario si slanciò intrepido con due plotoni sul margine di un ben munito costone, spezzando definitivamente la tenacia del nemico e volgendolo in fuga. Trovò eroica morte sul campo”.

MEDAGLIA d’ ARGENTO al V.M.

MOTIVAZIONE: “Comandante di Compagnia, alla testa dei suoi uomini, incoraggiandoli con le parole e soprattutto con l’esempio, li guidava all’assalto, balzando, primo, nelle trincee nemiche. Avendo l’avversario sferrato un contrattacco, minacciandolo d’ accerchiamento, con mirabile energia, occupava una posizione retrostante, facendo trasportare con sé i feriti gravi e materiale da guerra, magnifico esempio di soldato e di valoroso”.

SUL NUMERO DEL 23 LUGLIO

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