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Il Collettivo 5.37 e l’apertura ‘ridotta’ dei musei camuni: “Ci chiediamo se veramente questo patrimonio è così importante...”

Il Collettivo 5.37 e l’apertura ‘ridotta’ dei musei camuni: “Ci chiediamo se veramente questo patrimonio è così importante...”
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Dal 1° ottobre la Direzione regionale Musei Lombardia ha deciso che il Parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane e il Parco archeologico nazionale dei Massi di Cemmo, entrambi a Capo di Ponte in provincia di Brescia, resteranno aperti dal martedì alla domenica solo la mattina.
Questa scelta non è piaciuta al Collettivo 5.37 perché «i lavoratori esterni, che sono assunti da ditte cooperative che hanno vinto l’appalto con regione Lombardia, si sono visti da un giorno all’altro perdere un sacco di turni di lavoro e quindi di ore retribuite.» Spiega Elisa Salvetti, attivista del Collettivo e lavoratrice esterna del parco di Naquane. Ma a queste recriminazioni la ditta cooperativa vincitrice dell’appalto e la Direzione regionale dei musei lombardi fanno spallucce: «Negli incontri che abbiamo avuto ci hanno risposto che il nostro monte ore base settimanale è garantito. Perciò va bene così.»
Così arroccati dietro questo tecnicismo i datori di lavoro e gli appaltanti ministeriali della Direzione museale lombarda fingono di non vedere le pessime condizioni lavoro a cui costringono i lavoratori esterni di questi parchi: «Per esempio io nel contratto ho 16 ore settimanali e prendo 6,25 euro lordi all’ora. Fate un po’ voi i conti.» Racconta ancora Elisa, che poi chiede con pungente realismo: «Abbiamo dei siti che sono un patrimonio culturale collettivo e nazionale, di cui tutti si vantano siano in val Camonica, ma possono generare posti di lavoro di questo tipo, che sono sottopagati, con turni che non sono fissi, quindi non garantiscono stabilità, ma precarizzano? Noi ci domandiamo se veramente questo patrimonio è così importante, visto che non sa creare dei rapporti di lavoro solidi, stabili, che garantiscano una certa stabilità alla gente che qui vuole restare a vivere e lavorare.» Perciò l’attivista camuna chiude il suo ragionamento chiedendo: «Ma la Direzione regionale Musei Lombardia si sente in qualche modo responsabile dei rapporti di lavoro che genera con i suoi appalti?»
Pare proprio di no, visto che all’ultimo incontro i rappresentanti dell’istituzione ministeriale non si sono nemmeno presentati. Ciò nonostante il Collettivo 5.37 non ha intenzione di retrocedere, ma al contrario pone sul tavolo della discussione altri argomenti: «Questo cambiamento di orario è stato spiegato come inizio dell’orario invernale. Ma non è vero perché gli anni scorsi il parco non ha mai chiuso nel pomeriggio...

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