Ponte di Legno

Impianti chiusi: “Economia in ginocchio ma non molliamo”

La rabbia è palpabile, la rassegnazione no.

Impianti chiusi: “Economia in ginocchio ma non molliamo”
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L’aria è frizzante. La vita un po' meno Ma qui la gente non molla. Ponte di Legno vive da anni anche e soprattutto grazie al turismo e allo sci e gli impianti chiusi sono uno schiaffo di quelli che fanno male. Tanto. Quest’anno poi la neve è arrivata anche prima, quasi una beffa per chi qui è pronto da tempo. “La nostra economica è in ginocchio - ci scrive via mail un operatore del settore - io sono in pensione ma mio figlio vive di quello, ha una famiglia e da mesi lo sto aiutando io con i miei risparmi. E’ troppo facile dire ‘chiudete altrimenti il Covid torna’. Bisognava trovare delle soluzioni, qui la gente è abituata a trovare soluzioni, a rimboccarsi le maniche, a ripartire. Evidentemente fuori da qui non sono come noi”. La rabbia è palpabile, la rassegnazione no. Qui è tutto pronto. Basta un cenno e si parte. In sicurezza. Perché è garantita la prenotazione online e tutto è pronto per predisporre turnazioni ed evitare così assembramenti “Inoltre si scia all’aria aperta - continua la mail - con l’aria pura e col casco e si scia da soli, quindi rischio contagio ridotto a 0”. Già, ma per ora non se ne fa niente. A dare manforte alla gente di qui ci sono le forze politiche stavolta schierate bipartisan ma per ora sono solo urla nel deserto. Una perdita di indotto pari a 20 miliardi - una cifra vicina all'1% del PIL nazionale - questo il danno che la montagna legata all'industria dello sci sarà costretta a subire senza l'avvio della stagione invernale per quel che riguarda l’intero arco alpino. In questi ultimi giorni si sono ripetuti i messaggi di esponenti del Governo e virologi che affermano come si possa tranquillamente fare a meno della settimana bianca e dello sci, uno svago che non è indispensabile.

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