Comunità Montana

La pandemia non ferma la voglia di coltivare orti in Valle: 5 ex aequo

Diciassette i partecipanti da tutta la Valle, meno che in passato per i noti motivi, ma rappresentanti significativi di tutti gli orticoltori camuni.

La pandemia non ferma la voglia di coltivare orti in Valle: 5 ex aequo
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Non era affatto scontato riuscire a portare avanti, quest’anno, il concorso della Comunità montana-Parco Adamello per il Miglior orto alpino della Vallecamonica: le restrizioni della scorsa primavera, a causa della pandemia, hanno costretto molti a rinunciare alle coltivazioni, hanno reso complicato raggiungere gli appezzamenti di terreno e gli approvvigionamenti, hanno demoralizzato molti hobbisti che, in tempi normali, dedicano passione ed energie alla cura dell’orto.

La voglia di mantenere le tradizioni ha prevalso su tutto e, nei giorni scorsi, si è tenuta a Cimbergo la premiazione della sesta edizione del premio.

Diciassette i partecipanti da tutta la Valle, meno che in passato per i noti motivi, ma rappresentanti significativi di tutti gli orticoltori camuni. Cinque i premi assegnati ex-aequo a Giacomo Mario Polonioli di Cimbergo, Alessandro Narcisi di Ponte di Legno, Livio Pasinetti di Saviore dell’Adamello, Antonio Surpi di Niardo e Francesco Pezzoni di Malegno.

Assegnate anche alcune menzioni speciali: per la partecipazione a Luigi Plona di Corteno, vincitore della prima edizione; per l’orto in villa ad Anna Goggi di Breno; per l’orto delle erbe sapienti/buone a Serena Gelfi di Ossimo Superiore; per l’orto mediterraneo a Silvano Arrigoni di Piancogno, vincitore della scorsa edizione; l’ultima menzione speciale è andata a Monia Tiberti di Valle di Saviore.

“Abbiamo pensato a lungo se riproporre il concorso quest’anno - dichiara l’assessore al Parco Massimo Maugeri -, ma la tenacia, l’entusiasmo e la vicinanza dei nostri orticoltori ci hanno persuaso a proseguire. La considerazione principale è il fatto che questi piccoli appezzamenti hanno un ruolo positivo anche in chiave di sostentamento delle comunità. In passato avevamo dato soprattutto importanza all’orto per la produzione di cibo sano, quest’anno ha assunto invece una valenza terapeutica, con la nascita di soluzioni ingegnose per far fronte proprio alle difficoltà. Molti partecipanti hanno sottolineato il ruolo chiave del loro orto nell’alleviare le tensioni del lockdown: per questo il premio, quest’anno, è anche l’occasione per ringraziare i cittadini che, nonostante le difficoltà, si sono comunque impegnati a valorizzare il territorio, generando un valore aggiunto per l’intera comunità”.

Come sempre è stata garantita una premialità maggiore per gli hobbisti e gli orti presenti all’interno del Parco Adamello.

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