L’omicidio di Laura Ziliani - Il mistero della ‘tisana’ che avrebbe fatto dormire Laura per 36 ore
Narcotizzata? Sonno indotto? Avvelenamento? Da giorni gli inquirenti sono alle prese con un indizio inquietante, una tisana che un mese e mezzo prima della morte avrebbe fatto dormire Laura Ziliani per 36 ore. Le indagini proseguono serrate e nella Rsa di Ponte di Legno dove lavorava una delle figlie sono stati fatti alcuni controlli, passati in rassegna tutti i farmaci ma al momento sembra non ne manchino. Controllate anche tutte le farmacie dell’Alta Valle Camonica, non si sa su questo fronte cosa abbiano trovato gli inquirenti. La figlia più grande della Ziliani aveva un contratto semestrale con la Rsa di Ponte di Legno, fisioterapista, contratto cominciato il primo dicembre 2020 e che doveva proseguire fino al 31 maggio 2021 ma il 7 maggio è stato l’ultimo giorno di lavoro. Il giorno dopo la mamma, Laura Ziliani, è scomparsa. Il 10 maggio la figlia ha chiamato la struttura raccontando che, visto quello che era successo, si prendeva un periodo di aspettativa e dopo qualche giorno si è dimessa.
E questo è uno dei tanti punti che lascia qualche dubbio: la ragazza, almeno dalle ricostruzioni, aveva buoni rapporti con tutti, e per anni aveva cercato di trovare un posto da fisioterapista, dopo gli studi all’università proprio in questo ambito. Studi pagati dalla madre che aveva anche a disposizione un patrimonio immobiliare che superava il milione di euro.
Anche per questo si parla di omicidio per motivi economici. Ma per ora di cose certe ce ne sono poche.
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