Pisogne

Mirad’Or tra arte e cultura, polemiche, scontri, dissapori e quella meraviglia che incanta il Lago d’Iseo

Mirad’Or tra arte e cultura, polemiche, scontri, dissapori e quella meraviglia che incanta il Lago d’Iseo
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Il Museo Mirad’Or troneggia sulle acque calme del Lago d’Iseo. Le polemiche però non mancano. Anzi. Proprio mentre il padiglione d’arte e cultura sta per essere inaugurato, ecco che spuntano le frecciatine al veleno tra la maggioranza del sindaco Federico Laini e la minoranza dell’ex primo cittadino Diego Invernici.

I dissapori sono di casa, stavolta lo scontro è duro.

“Cambiare idea è ammissibile, modificare il proprio giudizio politico è possibile .  Farlo imputando ad altri responsabilità e critiche dimostra pochezza di idee e mancanza di umiltà. Quando la pezza è peggio del buco”, scrive Invernici commentando il pensiero del suo gruppo ‘Passione Comune’, “Solo oggi qualcuno comprende l’opportunità offerta dall’opera pubblica Mirad’or!!

Meglio tardi che mai!!

Noi abbiamo da subito sposato la proposta dei privati: dal 2015 abbiamo avviato il lungo iter autorizzativo, trovato le risorse pubbliche ( Regione, BIM) e private (Iseo Serrature e Alto Lago), avviato i lavori nel mese di marzo 2019 e raccolto l’interesse del gallerista d’arte Massimo Minini (insignito del Premio Romanino nel 2015)”.

Risponde Laini: “Incoerenza o intelligenza nel cercare di valorizzare al massimo un'opera della collettività che è costata due volte e mezzo quanto doveva costare all'inizio? Buttare via quanto fatto nel passato o impegnarsi perché qualsiasi risorsa spesa possa in ogni caso portare dei frutti positivi per il territorio? Prestarsi a qualsiasi giochetto politico o amministrare cercando di fare il meglio possibile con quanto già c'era e con quanto stiamo portando avanti? Come sempre azioni e decisioni, di qualsiasi natura siano, hanno mille interpretazioni...”.

Riprende poi Giovanni Bettoni, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Pisogne: “Tutta questa vicenda mi riguarda da vicino vista la funzione che abbiamo deciso di dare a questo luogo d’arte contemporanea, un’occasione per il rilancio turistico e culturale del nostro paese. Credo che alla base di tutto questo ci sia un principio che vale più di tutto il resto ovvero il rispetto della ‘cosa pubblica’. Quando siamo stati eletti l’opera era già in fase di realizzazione, noi avevamo due strade da poter percorrere: una di chiudere tutto in barba ai soldi già spesi, l’altra di proseguire cercando di metterci del nostro per renderla più funzionale possibile. Se vogliamo metterla sul piano politico, non è stato semplice spiegare a chi ci ha eletto il motivo per cui abbiamo scelto di proseguire su un’opera che non ha trovato tutti d’accordo fin dall’inizio, visto anche il periodo delicato che stiamo attraversando. Insomma, dovendo partire dall’inizio, non sarebbe stata certamente un’opera prioritaria per noi, avremmo fatto scelte diverse. In questo caso, con un progetto che l’amministrazione precedente ha spostato insieme a dei privati, ci siamo trovati con fondi investiti da parte di enti pubblici, privati e anche del Comune, quindi in un’ottica di responsabilità davanti al bivio abbiamo deciso di far fruttare il progetto e di metterci del nostro. A questo punto ci piacerebbe seppellire le polemiche e che quest’opera invece di dividere diventasse qualcosa che unisce. Ci siamo messi in contatto con Massimo Minini che gratuitamente ha messo a nostra disposizione le sue conoscenze, la sua professionalità e la sua capacità tanto da portare a Pisogne una mostra di altissimo livello come quella dell’artista francese Daniel Buren. Quindi mi auguro che l’intenzione sia quella di lasciare alle spalle tutte le polemiche e si possa invece creare un’occasione di rilancio per il nostro paese. Qualcuno ha letto l’incoerenza nel nostro operato, noi crediamo invece di aver usato l’intelligenza per far fruttare al meglio questa occasione. Sicuramente non possiamo mettere d’accordo tutti, ma la nostra intenzione è quella di fare un passo costruttivo e propositivo. In senso etimologico, amministrare significa servire, essere quindi a servizio della comunità.

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