Mirco Pendoli: “La mia famiglia, i Superatleti, il Milan e le camminate in montagna. Il Larice è il mio luogo del cuore”
Faccia a faccia, Mirco Pendoli, sindaco di Gianico da ormai due anni e mezzo, si racconta. Il sole entra dalla finestra e illumina la scrivania del suo ufficio in Municipio dove ci sono tanti fogli quanti progetti che attendono di spiccare il volo. Parliamo di amministrazione, ma anche di vita e di passioni, perché poi in fondo dietro ad una fascia da sindaco c’è pur sempre una persona.
Partiamo. “Sono nato a Darfo il 30 marzo 1975, sì, nell’ormai lontano 1975 (ride, ndr). E sono un purosangue gianichese, sono cresciuto qui e qui mi sono sposato con Monica. Ho tre figli Michele, Matteo e Maria, di 14, 12, 8 anni. Michele è già in prima superiore… è cambiato tutto”.
E tu che scuola hai fatto? “Ho fatto l’Ipsia, diploma in tecnico dell’industria meccanica, tre anni a Darfo e il biennio a Breno”.
Studente modello? “Ero bravo, mi arrangiavo, sono uscito con 52/60”. E poi? “Ho fatto tre o quattro anni in carpenteria, quello per cui ho studiato, poi insieme ad alcune persone abbiamo deciso di aprire una cooperativa sociale… una scommessa che abbiamo inconsapevolmente realizzato”. Da quel giorno del 2000 è diventato il tuo lavoro… “Sì, oltre a fare il sindaco sono impiegato di questa cooperativa sociale che si occupa di inserimento lavorativo sul nostro territorio. Creare una cooperativa sociale non è una passeggiata ma eravamo in un gruppetto e ci siamo avventurati in questa cosa e a distanza di vent’anni ci siamo ancora. Non è stato facile, non è tuttora facile ma siamo in 14 e in questa fase stiamo lavorando”.
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