NIARDO - Angela e quella notte d’inferno: “Il fango mi ha travolto, pensavo di morire. In pochi minuti abbiamo perso tutto, mi manca il profumo di casa, ma il sorriso di Leonardo...”

NIARDO - Angela e quella notte d’inferno: “Il fango mi ha travolto, pensavo di morire. In pochi minuti abbiamo perso tutto, mi manca il profumo di casa, ma il sorriso di Leonardo...”
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Splende il sole sopra Niardo in un lunedì mattina che profuma di fine estate. La tragedia che ha travolto il paese nella notte tra il 27 e il 28 luglio è indelebile nel cuore di chi l’ha vissuta sulla pelle. E ci sono storie difficili da raccontare. Che non sai da dove iniziare. Che le parole sembrano essere troppo banali. Un miscuglio di emozioni che ti si appiccicano addosso come quel fango che si lava dal corpo, ma non si leva dall’anima. Un mese dopo è cambiato tutto, ma non cambia la paura. Paura di non vedere più la luce, un sorriso, di non poter più realizzare i sogni, anche i più piccoli. E qui di storie da raccontare ce ne sono tante. Angela Bonfadini è una di quelle persone che quella notte ha perso tutto, la furia della pioggia s’è presa la sua casa, inghiottendo ogni cosa trovasse di fronte. Angela ha 30 anni, è sposata con Andrea, vigile del fuoco volontario a Breno, e mamma di Leonardo, sette mesi. “Abitiamo a Niardo in località Crist, la più colpita – spiega Angela - e quella notte è successo quello che uno mai si aspetterebbe nella vita. Mio marito era stato chiamato per un allagamento sulla super quindi era uscito. Iniziava a piovere, ma sembrava il classico temporale estivo. Noi eravamo abituati a sentire i sassi che scendono dalla valle quando ci sono i temporali forti quindi all’inizio era tutto normale e non ci abbiamo dato molto peso. Tempo cinque minuti e ha iniziato a piovere forte e sentivamo fischiare un vento diverso rispetto al solito. È lì che ho iniziato a pensare al peggio”.

Leonardo è stato fin da subito il primo pensiero: “Il bambino dormiva nella sua cameretta, l’ho avvolto in una copertina e ho aperto la porta interna che va sulle scale per salire dai miei suoceri, ma loro erano già scesi a chiamarmi… avevano aperto la finestra del bagno, che guarda la montagna e vedevano già la colata di fango scendere a valle. Nel frattempo è saltata la corrente e il pavimento tremava sotto i nostri piedi…

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