Panchine Giganti, una campagna per fermarne la proliferazione

Panchine Giganti, una campagna per fermarne la proliferazione
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Le Panchine Giganti fanno discutere e così viene lanciata una campagna per fermarne la proliferazione.

A spiegare la situazione è Michele Corti: "Pochissimi le apprezzano tranne i "panchinisti" e i mistici del marketing territoriale copia e incolla -sulla scia degli elogi dei giornaloni per la "lodevole iniziativa a favore dell'ambiente e del territorio (sic)" -  ma dilagano per una forma di insensata emulazione, di un becero conformismo, di una imbarazzante subalternità culturale alle "americanate".

In Valcamonica le "panchinone" sono già 10 ( in totale sono già 223 ) da confrontarsi con le 7 di tutta la provincia di Bergamo, 3 in quella di Sondrio e una in Trentino dove, peraltro ve ne sono altre due in legno naturale "dissidenti".  Indubbio che la Valcamonica abbia aderito con slancio al "movimento" per nulla spontaneo dei panchinoni. Ma ora le voci di dissenso si moltiplicano.

La campagna, nata del tutto spontaneamente, contro i panchinoni che rappresenta una vera e propria "risposta immunitaria", una "reazione di rigetto". Ieri, su l'Alto Adige, è uscito un articolo a firma di Annibale Salsa, antropologo, già presidente nazionale del Cai, con giudizi pesantemente negativi sui "panchinoni" (capaci di trasformare i luoghi in "non luoghi"). La presa di posizione di Salsa segue analoghi interventi di blogger e scrittori di montagna. L'intervento di Pietro Lacasella su 'Il Dolomite' che segue un infittirsi di manifestazioni di dissenso di persone di ogni tendenza politica e culturale che si interessano di montagna, in origine pubblicato sul suo blog Alto-Rilievo / Voci di montagna (https://www.facebook.com/AltoRilievoVdM), e ripreso da Luca Rota e pubblicato sul suo blog: https://lucarota.com/2022/06/28/una-sollevazione-popolare-inevitabile/.

Tra la gente comune vi è quasi unanimità nel considerare i panchinoni una forzatura, uno sfregio, uno sberleffo (una "cagata" per parlare diretti). Mentre le amministrazioni comunali e, a volte, anche i media locali ne tessono le lodi , se si considerano i commenti a post ed articoli (anche elogiativi) , il 90% delle persone appare contrario al dilagare di questa moda che riempie punti panoramici delle montagne con un manufatto pesante, dai colori violenti, che richiede una pedana di cemento armato.

Sulle panchine giganti, oltre tutto, ci si arrampica salendo su dei "predellini" che sono contro ogni criterio di sicurezza (qualche comune ha provveduto a rimuoverle temendo conseguenze). Pare, però,  che oltre a quelli della sicurezza, anche gli stringenti criteri del rispetto paesaggistico (così rigidi per i privati che devono realizzare interventi utili e necessari in ambito rurale montano) siano derogati in presenza di tali "opere d'arte"! Un malcostume all'italiana usare due pesi e due misure.

La moda è abilmente "pompata". Continuano a posarle anche se non c'è consenso.  Lo fanno per attirare gli invasati "panchinisti" che vi arrivano senza staccare gli occhi dallo schermo del dispositivo che li guida (con google map), stimolati dalle recensioni di trip advisor, per farsi il selfie e farsi applicare sul "passaporto del panchinista" il bollino. Per il resto non lasciano molto (di buono) sul territorio.

Siamo in presenza di un meccanismo del tutto autoreferziale veramente imbarazzante per la facilità con la quale un marketing ben orchestrato e la pochezza di chi dovrebbe tutelarlo lascia che si umilii in diversi modi il bene comune (non solo il paesaggio anche il rispetto di sé stesse di comunità che si lasciano sbeffeggiare). Così Ruralpini.it, sito che difende da ormai parecchi anni la montagna rurale, degli alpeggi, delle attività tradizionali, che denuncia la schizofrenia della lunaparkizzazione da una parte,del rewilding dall'altra (con orsi, lupi, sciacalli, gipeti, castori), ha lanciato un sondaggio su facebook (nel gruppo ruralpini resistenza rurale ma votabile da tutti quelli che hanno un account facebook).

Il sondaggio partito ieri, ha superato al momento 650 votanti e vede il NO a nuovi panchinoni al 93%.

Per dire basta ai panchinoni diverse associazioni ambientaliste, culturali, ruraliste stanno mettendo a punto una petizione unitaria che punta a far dichiarare una "moratoria", uno stop ai panchinoni. In attesa che amministrazioni e soggetti locali si rendano conto dell'effetto boomerang che susciterebbe l'ulteriore estendersi dell'insulsa, pacchiana, ripetitiva iniziativa".

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