PASPARDO - Fabio De Pedro si racconta: “La famiglia, il mio Niccolò, la musica e la letteratura mi fanno sognare e se non avessi fatto l’architetto...”
Sono da poco passate le 18, Fabio De Pedro ha staccato dal lavoro. Giornate intense divise tra studio, cantieri e Municipio. Classe 1978, è nato l’8 novembre a Breno, ma ha sempre vissuto a Paspardo: “Sono uno scorpione. Il mio carattere? Forse dovresti chiederlo a chi mi conosce, ma penso di potermi definire un instancabile ottimista, solare, non cerco mai lo scontro anzi cerco sempre di trovare la situazione ideale con l’interlocutore che mi sta di fronte. Sono una persona allegra, che non si abbatte mai, mi piace molto stare in mezzo alla gente. Non a caso sono davvero tantissime le frequentazioni che ho anche al di fuori del lavoro e della vita amministrativa. Sono sicuramente espansivo e curioso di fare sempre nuove esperienze”. La tua è una famiglia numerosa: “Ho due fratelli e due sorelle, Giovanni, il più grande, poi Daniela, ci sono io e di seguito Roberto e Sabrina. Ventuno anni di differenza fra il primo fratello e l’ultima mia sorellina. Mia mamma si chiama Elena, mio papà Italo, che a Paspardo conoscono tutti perché è stato sindaco negli anni Ottanta. Abbiamo un bel rapporto ed essendo in così tanti fratelli la nostra casa è sempre stata una specie di hall di un albergo, non era mai vuota, anzi… (sorride, ndr). La nostra è sempre stata una famiglia umile, ho vissuto tra i problemi quotidiani, ma anche tra successi e soddisfazioni”. Oggi Fabio è anche un papà: “Al mio fianco c’è la mia compagna, Barbara Lambrucchi, che è nata il primo giorno di primavera, il 21 marzo, originaria di Lava di Malonno e il nostro bambino, Niccolò, che è nato il 24 marzo 2018”. Che papà sei? “Ecco, forse anche questo dovresti chiederlo a loro (sorride, ndr), ma visto che devo proprio rispondere io… essere papà è un’esperienza nuova e quindi è più facile dire che non devi viziare i figli finchè non li hai… ma quando arriva la creatura ti sciogli e non ci puoi fare niente! Tra me e Barbara la più ‘bacchettona’ è lei, io a dire la verità in casa ci sono poco, un po’ per gli impegni lavorativi e poi perché fare il sindaco mi impegna parecchio… capita di uscire la mattina e vedere mio figlio dormire nel letto e rientrare la sera quando lui dorme già. La vita da sindaco è molto intensa se poi la sommi alla libera professione di architetto, non vedi crescere i tuoi figli, anzi li vedi già grandi, ma cerco di impegnarmi al massimo, cerco comunque di essere un papà presente, mi piace giocare con lui quando sono presente. La mia filosofia è molto semplice… i figli sono il riflesso dei genitori, fai del bene e loro faranno bene, tenderanno a comportarsi da adulti come hanno visto comportarsi i propri genitori. Vorrei trasmettere a Niccoló l’importanza del lavoro e del sacrificio e che i risultati si raggiungono solamente grazie al massimo impegno”.
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