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Prima pagina - 4 dicembre
Siamo quasi in fondo. Anche se il quasi mi lascia un po' così. E se ne sta andando e io sono qui in mezzo, a una tempesta che si placa poco per volta, accenna squarci di azzurro e poi tutto torna improvvisamente cupo. Che poi ci dovrebbe essere un atto di cedimento e rilassamento ogni sera: lasciare andare il giorno con tutto quello che contiene. E magari alla fine qualcosa di questo anno ci servirà pure. Già, pensa a quante persone senza quest’anno si troverebbero a scrivere una cosa così arrivati a 90 anni: “Se potessi vivere di nuovo la mia vita. Nella prossima cercherei di commettere più errori. Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più. Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato, di fatto prenderei ben poche cose sul serio. Sarei meno preciso e noioso. Correrei più rischi, farei più viaggi, contemplerei più tramonti, salirei più montagne, nuoterei in più fiumi. Andrei in più luoghi dove mai sono stato, mangerei più gelati e meno cereali, avrei più problemi reali e meno immaginari. Io sono stato uno di quelli che vissero ogni minuto della loro vita sensati e con profitto; certo mi sono preso qualche momento di allegria. ma se potessi tornare indietro, cercherei di avere soltanto momenti buoni. Che, se non lo sapete, di questo è fatta la vita, di momenti: non perdere l’adesso. Io ero uno di quelli che mai andavano da nessuna parte senza un termometro, una borsa dell’acqua calda, un ombrello e un paracadute; se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero. Se potessi tornare a vivere comincerei ad andare scalzo all’inizio della primavera e resterei scalzo sino alla fine dell’autunno. Farei più giri in calesse, guarderei più albe e giocherei con più bambini, se mi trovassi di nuovo la vita davanti. Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo”.
Noi no, abbiamo ancora tempo, non sappiamo quanto ma buttiamoci. E oggi torniamo in edicola dopo 15 giorni tosti perché oggi oltre al giornale esce anche il nostro libro ‘Lo Spoon River al tempo del Covid’. Nel nuovo numero abbiamo lavorato a storie diverse, tutte però con unico comune denominatore, gente del nostro territorio che in campi diversi sta toccando cuori e anime. E le abbiamo raccolte qui, per dare un senso a un fine anno intenso e duro, guardando avanti, cercando nuovi orizzonti. La storia di Paolo, sindaco di Malegno, che si ritrova in Comune una signora con una busta con dentro 500 euro: “Comprate i giochi ai bambini, fate qualcosa per dare anima a questo Natale, io posso anche rinunciare ai regali quest’anno”. La storia di Ivan Cattaneo e del suo incontro con Maradona che gli chiese in ‘prestito gratuito’ la sua canzone ‘Oh mama, mamma, mama…’ che poi è diventato un inno in tutto il mondo. La storia di Giacomo e nella sua pallottola nella schiena, la paralisi e quei cacciatori…E poi lo sci, nevica su una stagione morta. Viaggio tra gli impianti di Ponte di Legno e Montecampione, la rabbia e la paura della gente.
Vilminore, il mega progetto del Museo del Gleno e quei ricordi tragici. Calcio, Nicolò, classe 2002, da Solto Collina al Brescia in prima squadra. E poi abbiamo aperto uno spazio che si chiama ‘MercatiAMO di Natale’, in assenza di Mercatini di Natale, ecco il…Mercatino di Araberara, troverete prodotti, pezzi d’artigianato, hobbistica e tutto quello che c’era nei classici mercatini di Natale. A Braone l’Anpi e altre associazioni si scagliano contro il sindaco: “è andato contro le tradizioni democratiche e antifasciste”. E poi inchieste, interviste, editoriali, se vi va da oggi nelle edicole.