Viaggio nei lockdown locali/2

Quel sipario calato su cinema e teatri

La famiglia Moretti: “Quando entriamo nelle sale vuote è un colpo al cuore... Siamo molto arrabbiati, nessun contagio eppure ci hanno fatto chiudere”.

Quel sipario calato su cinema e teatri
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“Sono una vecchia guardia del cinema e ti assicuro che è il lavoro più bello del mondo. Ogni tanto mi capita di tornare per controllare che sia tutto a posto e ti assicuro che è sempre un colpo al cuore aprire la porta e non trovare nessuno, non poter fare nulla. In quei momenti ci passano davanti agli occhi tanti momenti trascorsi tra quelle mura”. Inizia così il racconto di Renata Contessi, proprietaria insieme alla sua famiglia, il marito Giovanni Moretti e i figli Mario e Cinzia, delle Multisale Garden e Iride di Darfo Boario Terme e di Costa Volpino.
“Dal 1957 la famiglia Moretti si occupa di questo settore e per la prima volta ci troviamo a vivere una situazione simile, la prima volta che l’industria del cinema dichiara questo stato di crisi”. Renata prende tempo, un respiro profondo, l’emozione nelle sue parole si percepisce anche dall’altra parte del telefono. L’emergenza Covid ha travolto anche il loro mondo, per ben due volte in pochi mesi. A fine febbraio, il 24, le luci si spengono, le sale si svuotano, regna quel silenzio assordante a cui non ci si abitua proprio mai… “Siamo rimasti chiusi per sei mesi, siamo tornati operativi il 19 agosto dopo che ovviamente ci siamo adeguati a tutte le norme anticovid. Le sanificazioni, il distanziamento e quindi la riduzione dei posti a sedere”.
E proprio per restare in tema di numeri… “A Darfo abbiamo quattro sale e mille posti, mentre a Costa Volpino due sale, per un totale di 480 posti. Quando abbiamo potuto riaprire non ci sono state grosse problematiche, veniva occupato un posto e due no, ma non era un periodo in cui avremmo riempito comunque le sale e quindi poteva andare bene anche così. Le persone hanno ricominciato a venire al cinema tranquillamente, è sempre stato un posto sicuro, non si è mai sentito parlare di un contagiato nei cinema. La gente si era abituata a tornare nelle sale, è vero, i primi quindici giorni dopo l’apertura sono stati difficili, ma pian piano tutto sembrava essere tornato alla normalità, perché ci si sentiva al sicuro. L’ultimo fine settimana abbiamo lavorato bene, eravamo molto contenti, pensavamo che finalmente avremmo ricominciato…”...

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