PISOGNE

Quella lettera di fuoco sulla Rsa che spacca il paese

Quella lettera di fuoco sulla Rsa che spacca il paese
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A tenere banco nelle ultime settimane è la polemica che ruota attorno alla casa di riposo di Pisogne. Una lettera che sarebbe stata firmata da alcune dipendenti e che è indirizzata al sindaco Federico Laini, Diego Invernici e agli assessori e consiglieri.

Sarebbe. Usiamo il condizionale, perchè come riportano sia il presidente Panigada che il sindaco Laini, le firme sono illeggibili e quindi la lettera risulta anonima.

Questo il testo: “Buongiorno, siamo delle dipendenti della Fondazione S. Maria della Neve e vorremmo portare alla Vostra conoscenza come vanno le cose in struttura.

Nei nostri reparti manca personale e molte volte ci troviamo, per esempio, al padiglione A2 in una soltanto ad occuparci dei nostri anziani per ore.

Invece in ufficio erano in cinque mentre ora sono in sette e il lavoro non ci sembra possa essere aumentato, quando alcuni di loro vediamo per più volte al giorno fare pause caffè prolungate o incontriamo nei corridoi a gironzolare e chiacchierare.

Al personale capace non viene rinnovato il contratto perché dicono di non avere i fondi per assumere quando in ufficio abbiamo visto che basta fare pochi mesi di tirocinio e poi si viene assunti, come accadrà a breve alla nuova stagista grazie a raccomandazioni…

 

LA LETTERA DEI DIPENDENTI - “Abbiamo cercato di rendere la quotidianità dei nostri anziani più serena possibile. Siamo rammaricati, il bene della casa di riposo non si basa su lettere in cui nessuno mette la faccia”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta dai dipendenti della Fondazione, che si dissociano da quella anonima di cui abbiamo parlato sopra.

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I dipendenti della Fondazione Santa Maria di Pisogne esprimono il loro totale scostamento da quanto dichiarato da un gruppo politico di Pisogne per mezzo dei social (facebook), commentando sulla base di una lettera anonima, della quale gli artefici non sono identificabili e pertanto  per definizione “non merita di essere considerata” per gli argomenti riportati e di conseguenza priva di ogni fondamento e veridicità.

Gli operatori della Fondazione sono profondamente rammaricati di quanto dichiarato da tale gruppo politico, il quale  prima di rilanciare voci destituite di ogni fondamento  avrebbe potuto verificare i contenuti sollevati tramite i professionisti responsabili ed i referenti, i quali sono sempre disponibili al  confronto e all’interscambio, nonché sempre pronti alla condivisione, al miglioramento ed alla crescita per il benessere degli ospiti della Fondazione, nonché  dell’organizzazione e funzionamento  generale della stessa. Ciò che rattrista ulteriormente è la mancanza di supporto e comprensione da parte di chi oggi si occupa improvvidamente della questione. In questo anno difficile di pandemia, in cui tutti i dipendenti hanno dovuto lavorare con modalità complicate e gestire incombenze ed impegni sempre più pressanti a causa delle normative anti Covid-19 (come per esempio l’organizzazione delle visite dei parenti, la chiusura della RSA agli esterni tra cui i volontari, la sospensione delle uscite sul territorio, etc) gli operatori si sono impegnati per garantire la massima qualità di vita degli ospiti della Fondazione e con impegno e dedizione si sono messi a disposizione per rendere la quotidianità degli stessi il più’ “serena” e “normale” possibile.

SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 23 LUGLIO TROVATE LE RISPOSTE DEL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE, OSCAR PANIGADA, DEL SINDACO FEDERICO LAINI E DELLA MINORANZA

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