La storia

“Salire in alto per aiutare chi sta in basso”: il gruppo degli Stambèc condivide le emozioni della montagna con i meno fortunati

“Salire in alto per aiutare chi sta in basso”: il gruppo degli Stambèc condivide le emozioni della montagna con i meno fortunati
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Dai campi di calcio alle vette delle montagne, in un crescendo di passione e di emozioni che desidera condividere con le persone meno fortunate di lui: è per questo che Michele Romele, 28 anni, tre anni fa ha fondato un gruppo, “Gli stambèc”, che aggrega un numero sempre maggiore di persone appassionate di montagna ma impossibilitate, per motivi fisici e/o medici, a viverla di persona: “Un progetto, quello degli ‘Stambèc’, nato nel 2018, nelle valli a cavallo tra le Orobie e il gruppo dell’Adamello, con una netta predilezione per la zona della Presolana – spiega Michele-. Io sono passato dal calcio all’alpinismo tre anni fa, cominciando con le escursioni sul Trenta Passi. E’ durante queste camminate sui monti di casa che ho incontrato gli Alpini di Toline e, contagiato dalla loro convivialità e dalla loro allegria, ho capito che la montagna è più bella se vissuta e goduta in compagnia, condividendone cioè con altre persone le emozioni e la gioia”. Il gruppo che Michele - nel frattempo  perfezionatosi alla scuola di alpinismo di Breno – ha fondato coagula intorno a sé molti altri appassionati e col tempo si allarga sempre di più: non solo si è esteso ai colleghi di lavoro della ‘Ferrarelle’ di Pisogne, ma anche alla community social con più di 21.000 follower su Instagram e 1700 su facebook: una platea di appassionati tanto numerosa da aver convinto la Garmond a sponsorizzarne le iniziative. A 23 anni un malaugurato incidente aveva fatto perdere a Michele due falangi della mano sinistra, che ne risultò gravemente menomata: “Forse non me ne rendevo conto, ma probabilmente  ha messo radici  in me fin da allora il desiderio di aiutare il prossimo, la voglia di trasmettere il bello e il buono delle montagne a chi non può, per vari motivi, accedervi direttamente. E non ho mai dimenticato nemmeno il motto che spesso ripeteva l’alpinista Battistino Bonali: ‘Salire in alto per aiutare chi sta in basso’”.

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