Sergio è tornato: dal 14 marzo al 16 ottobre in ospedale per il Covid
Una battaglia durata sette mesi. Un’infinità di giorni segnati dal dolore. A tratti anche dalla disperazione. Una storia che ha tratti di unicità. La lotta contro il Covid è stata per molte persone lunga, ma per Sergio quasi interminabile. Ma Sergio alla fine ce l’ha fatta
Una battaglia durata sette mesi. Un’infinità di giorni. Segnati dal dolore. A tratti anche dalla disperazione. Una storia che ha tratti di unicità.
La lotta contro il Covid è stata per molte persone lunga, ma per Sergio quasi interminabile. Ma Sergio alla fine ce l’ha fatta. È tornato a casa venerdì 16 ottobre.
Un traguardo che per lungo tempo sembrava lontano, o forse proprio irraggiungibile, perché in mezzo, dal 14 marzo al 16 ottobre, ne sono successe di tutti i colori. E invece Sergio ci è arrivato. Sergio che di cognome fa Bressanelli, ha 61 anni e vive a Sellero, nel cuore della Val Camonica.
Proprio qui la sua famiglia e l’intera comunità del suo paese si sono vestiti a festa nei giorni scorsi per celebrare il suo ritorno.
Per la moglie Rossella e per i figli Luca e Federica sono stati sette mesi di calvario. Con cadute che parevano irreparabili. Con lunghi giorni in cui la distanza da Sergio aveva il sapore dell’addio.
E invece loro non hanno mai mollato. Nemmeno Sergio, che ha girato reparti ed ospedali e alla fine è tornato qui, nella sua casa. La ripresa sarà ancora lunga, ma Sergio ha già vinto una battaglia importante. E ad attenderlo al traguardo di questa ultra maratona c’erano i sorrisi dei suoi quattro nipotini, a cui ha sempre voluto un sacco di bene.
Il suo calvario infinito è cominciato a inizio marzo. I primi giorni dall’arrivo del virus nelle nostre valli.
“Dalla seconda settimana di marzo mio papà ha avuto un po’ di febbre, ma mai esagerata – inizia a raccontare la figlia Federica -, andava a 37, 37.5 al massimo. Ma aveva una tosse molto forte: quella era un po’ strana. Ma in quei primi giorni davamo la colpa al clima o all’essere uscito sotto la pioggia”.
Del resto Sergio ha sempre avuto una salute di ferro.
“È una persona molto forte, dal fisico prorompente: non ha mai avuto nessuna malattia, nessun problema di salute. Anzi, è sempre stato molto sportivo e dinamico, insomma uno che non stava mai fermo”.
La tosse che non passa nonostante i farmaci consigliati. Ma nessuno pensava all’epoca al Covid.
“I sintomi che aveva non erano conclamati. Parliamo di un periodo in cui non erano ancora obbligatorie le mascherine, il virus era ancora una realtà lontana a livello psicologico. Certo, c’era questa tosse persistente che non passava, ma le notizie mediatiche dicevano che il virus colpiva principalmente gli anziani. Lui era una persona sana, non si pensava a quello”.
Ma una precauzione in più viene adottata.
“Ci è stato consigliato di comprare un saturimetro se avessimo voluto essere più sicuri. Proprio in quei giorni erano diventati introvabili: è stata una cosa allucinante ma alla fine siamo riusciti ad acquistarne uno. Nel frattempo, sempre per precauzione, mio papà si era già messo in isolamento: stava sempre in camera sua, distante da noi”.
Nel giro di pochi giorni la situazione precipita.
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