Inchiesta

Viaggio nel cuore del centro vaccini di Boario tra pazienti, volontari, medici. Tra dubbi e speranze

La dottoressa Daniela Zaniboni ci ha accompagnato lungo tutto il percorso per ricevere il vaccino all'interno dell'hub darfense.

Viaggio nel cuore del centro vaccini di Boario tra pazienti, volontari, medici. Tra dubbi e speranze
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È un giovedì mattina di metà aprile, il cielo grigio strizza l’occhio alla primavera che sembra essere ancora lontana. Boario è immersa nel silenzio, rotto soltanto dalla sirena di un’auto medica che va verso l’imbocco della superstrada.

Il vicino campanile del Santuario della Madonna della Neve ha da poco suonato le nove del mattino. Il nostro viaggio parte proprio da qui, dal Centro Congressi, che da luogo d’incontro per convegni e mostre (come quella di Leonardo da Vinci che ha incantato grandi e piccini della Valle e non solo), da pochi giorni si è trasformato nel ‘centro vaccinale Hub Centro Congressi Darfo’, un vero e proprio punto di riferimento per la valle. Quando arriviamo il parcheggio non è completo, sono molti gli spazi liberi, c’è poca gente, nessuna fila per l’ingresso. Il lavoro della Protezione Civile è leggero, almeno per ora. Qualche persona si aggira nella piazzetta interna, tra le mani alcuni fogli bianchi che sono serviti all’interno del centro per la vaccinazione. Qualcuno passeggia in su e in giù per la strada, sguardo rivolto all’orologio e alla porta che si apre per lasciar uscire le persone che hanno già ricevuto il vaccino. Un familiare torna verso il centro a passo spedito, “mia mamma mi ha detto che possono vaccinarsi anche le persone che seguono gli anziani”, pochi minuti più tardi torna non troppo soddisfatto, perché deve recarsi altrove per la prenotazione.

Incrociamo il primo volontario della Protezione Civile Protezione Civile A.N.A. Vallecamonica, il mondo del volontariato è fondamentale per far sì che la catena funzioni al meglio. Divisa gialla, sorriso nascosto dietro la mascherina, perché le persone hanno bisogno di sentirsi al sicuro anche qui, fin dai primi istanti. A lui il compito di indirizzare i cittadini verso l’ingresso al centro.

“Non è ancora a pieno regime, adesso come puoi vedere, riusciamo a gestire tutto con molta calma perché stanno vaccinando poco rispetto alle potenzialità che ha questo centro. Noi della Protezione Civile siamo in dodici, distribuiti su tutto il percorso”.

Tutto funziona alla perfezione, la macchina ha messo in moto tutti gli ingranaggi, anche se la quantità di dosi arrivate non consente al centro di lavorare al massimo delle sue potenzialità, ma di questo ne parliamo più in là. Entriamo nel centro, preparato dalla Cooperativa Valle Camonica Solidale (che gestisce già da diversi anni il centro congressi). Si respira un clima sereno, i volontari della Protezione Civile sono attenti a far rispettare le regole, il distanziamento, la misurazione della temperatura, il gel disinfettante. Si passa dalla reception, il primo step, poi tutto il percorso per entrare nei box, la compilazione delle carte, il tempo di attesa, un ‘semaforo’ con un emoji triste in rosso, che indica di attendere e poi lo smile verde con indicato ‘Entra’ e il via al vaccino. Entriamo quindi nel vivo del centro, qualcuno è impegnato all’ingresso per i primi passaggi burocratici, una decina di persone è seduta fuori dai box, in attesa di poter accedere, altri invece sono seduti in attesa dei canonici quindici minuti prima di uscire. Alla linea 1 troviamo la dottoressa Daniela Zaniboni, dirigente medico dell’AIPAL (Area Integrata per la Prevenzione e le Attività Legali, Unità Operativa di ASST Valcamonica che si occupa di vaccinazioni e certificazioni medico legali e in questo frangente impegnati anche nelle vaccinazioni Covid), ed è proprio insieme a lei che passo dopo passo percorriamo questo viaggio.

 “Attualmente stiamo vaccinando le persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni, che si sono iscritte attraverso il portale di Poste Italiane, ma il Centro non sta funzionando a pieno regime. Oltre a queste abbiamo la possibilità di vaccinare i pazienti che sono fragili per malattia o per invalidità, sulla base della legge 104 comma 3. Per questi pazienti l’iscrizione avviene sempre sul portale, vengono altrimenti segnalati dal medico di base e si iscrivono sul portale segnalando la fragilità oppure sono stati vaccinati direttamente dai centri che li hanno in cura. Per fare un esempio, all’ospedale di Esine molti pazienti sono già stati vaccinati perché presi in carico dal servizio dialisi piuttosto che dal reparto delle malattie reumatologiche. In questi giorni siamo facendo prevalentemente persone non fragili tra i 70 e 79 anni, in base alle patologie che vengono dichiarate e documentate abbiamo la possibilità di capire se sono estremamente fragili o persone di buona salute”.

Partiamo. Il primo step è all’ingresso della struttura:

“Alla reception l’utente deve presentarsi con la tessera sanitaria e il foglio della prenotazione, su cui c’è il QR code che ci permette di accettare il paziente. Qui avviene anche una prima accoglienza da parte dei volontari della Protezione Civile che si occupano della misurazione della temperatura e forniscono il gel disinfettante. Verificano inoltre che il paziente sia inserito nel piano di lavoro, perché tutti i nostri prenotati compaiono nel piano della giornata. A questo punto le persone vengono indirizzate ad uno dei box attivi per la fase di anamnesi e poi la somministrazione del vaccino”.

Parliamo proprio dei box, ad ora quattro sono funzionanti, gli altri tre verranno attivati a breve, quando arriveranno anche i vaccini:

“A questo punto le persone attendono il loro turno su queste sedie, un semaforo indica loro la possibilità di accedere oppure no al box. Si può accedere al box quando la luce è verde: qui è presente un medico, un assistente sanitario o un infermiere, e un amministrativo, che espletano tutta questa parte. La vaccinazione è la parte più semplice e veloce (sorride, ndr), dopo questo passaggio canonicamente si fa attendere un quarto d’ora per escludere le principali reazioni allergiche che se capitano, ma sono rarissime, si manifestano entro i dieci minuti”.

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