Vito Serini: “Giocavo in piazza con palloni di fortuna e il vigile li bucava... poi il Darfo e quel gol all’Inter. Ora ci sono i CamUnici”
Ripartiamo da dove eravamo rimasti, dall’intervista di mister Luca Inversini, da quella foto che lo ritraeva in compagnia di altri due calciatori. Insieme a lui c’era Vittorio Serini, un’altra bandiera del Darfo Boario, che il nero e il verde li porta nel cuore da sempre. Stavolta parliamo proprio di lui e con lui. Vittorio, per tutti semplicemente Vito, e il calcio che fa da colonna sonora alla sua vita. 62 anni, in pensione da due e mezzo, vive a Malegno, sposato con Giacomina e ha una figlia, Alessia, “che adoro”. E poi la passione per la viticoltura, “ho il mio piccolo vigneto e ho fatto esperienza in un’azienda della valle gestita da un amico”, ma di questa ne parleremo più tardi. Partiamo proprio dal calcio, da quando era un bambino. “Il mio settore giovanile l’ho vissuto nelle piazze e con dei palloni di fortuna, in piazza Roma a Bienno, dove abitavo… era quello il nostro campetto, finché poi ho iniziato a giocare all’Istituto Salesiano a Darfo, dove ho frequentato le scuole medie. Poi sono rimasto un anno senza giocare a calcio in modo ufficiale perché al Csi di Malegno ero considerato troppo piccolo e fragile (sorride, ndr). Un giorno ho ricevuto la chiamata di un amico per giocare a undici a Piamborno e da lì ho iniziato con gli Allievi… sono rimasto per due anni. Come è nata questa passione? Non saprei, è nata per strada, giocavo anche da solo con qualsiasi cosa che somigliasse ad un pallone, fogli di giornale avvolti dallo scotch o palloni fatti di stracci. Negli anni ’60 il traffico non era quello di oggi e quindi potevamo giocare per strada e sì… abbiamo rotto anche qualche vetrina e il vigile di turno ci bucava i palloni”.
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