Artogne, i castagni, la via Panoramica verso Piazze e...

“Gli alberi impediscono di vedere la foresta”. Vero. Ma vale anche il contrario: se guardi solo la foresta dall’alto, non vedi l’albero. E per conoscere la natura del bosco, bisogna conoscere anche gli alberi.
Lo stesso vale per un popolo: la troppa vicinanza a uno o pochi individui, ti impedisce di vedere l’identità collettiva. D’altra parte osservare un popolo solo dall’alto dei pregiudizi, ti impedisce di capire l’identità vera di un popolo.
Vale anche per i Camuni, dai contorni a volte angolosi, ma dal cuore grande. Ho imparato a conoscerli girando “su e giù per la Valcamonica…”, cercando paesaggi, paesi, manufatti. Ma anche sguardi, voci, sorrisi. E i viaggi sono diventati antropologici ancora prima che turistici. Sono a Piazze, frazione di Artogne, Valcamonica. Bello, bello, bello. Un paesino agreste, autentico, rimasto fermo nel tempo… eppure vivo. Che altro potrei dire? Che ci vivrei come un papa. Se non avessi già un paese che è il mio Vaticano.
Tocca salire quasi a quota 1000, per raggiungere Piazze e località Albere, ma lo merita davvero. Anche il viaggio lo merita. La via che ci porta serpeggiando fra sparsi casolari agricoli, - alcuni decisamente bisognosi di cure, - castagneti, prati che in questo periodo sono un’esplosione di primule, vacche al pascolo, perché l’erba comincia già a crescere, capre che allungano il collo sui germogli dei polloni di castagno. Vi sembra di immergervi in un mondo che non c’è più: quello di un secolo fa. Anche le facce che incontri e che ti scrutano con curiosità non malevola, appartengono a un tempo sospeso. Non sono rimasti al secolo scorso, hanno solo la stessa relazione serena col loro territorio e col tempo. Questa è l’impressione mia. E se c’è curiosità, appunto non malevola, è solo perché hanno istintivamente l’attenzione a chi viene e chi va. La strada che sale, fatte salve alcune buche residue dell’inverno, è ben asfaltata e curata. E ha il nome giusto: Via Panoramica. Come altro poteva chiamarsi?

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