Laurianne e Cyrille, dalla Francia alla Valle per fare musica
"Questo è il nido di pace dove torniamo dopo la frenesia dei concerti".

L’accento inconfondibilmente francese di Laurianne Langevin e Cyrille Doublet è una dolce melodia che riempie la nostra chiacchierata in un pomeriggio di fine gennaio. Musicisti francesi d’origine ma di casa in Valle Camonica da una ventina di anni ormai e ora precisamente a Darfo Boario Terme. Pochi giorni fa, il 5 febbraio la Sala Grande del Teatro Grande di Brescia ha accolto il ‘Fontamar Consort’ per la prima assoluta del progetto musicale ‘Ramour’ che è il titolo dell’omonimo album pubblicato il 24 gennaio per l’etichetta Tuk Music.
Il progetto racchiude un vero e proprio inno alla poesia, alla luminosità e all’energia che ispira da tempo la ricchissima storia musicale delle canzoni d’amore scritte da Jean Fontamar (aka Cyrille Doublet) per la voce della compagna Laurianne Langevin. I due artisti francesi, già conosciuti al pubblico bresciano, hanno dato forma insieme a musicisti di spicco della scena jazz italiana: il contrabbasso di Marco Bardoscia, la chitarra baritono di Valerio Daniele, le percussioni di Vito De Lorenzi e il sassofono di Roberto Gagliardi, uniti da una speciale amicizia in comune, quella di Paolo Fresu, trombettista, compositore, flicornista italiano che ha all’attivo numerose collaborazioni in ambito sinfonico e jazzistico, come quella con la Grande Orchestra Italiana, l’Orchestra nazionale di Jazz francese (ONJ), l’Orchestra della radio tedesca di Amburgo, l’Orchestra sinfonica della Rai, l’Orchestra dell’Arena di Verona e I Virtuosi Italiani.
Ora possiamo riavvolgere il nastro e in questi giorni di grande frenesia, Laurianne e Cyrille (utilizziamo questo nome che è quello con cui è conosciuto in valle e ci ha spiegato che “in questo disco ho deciso di prendere questa massa fonetica che mi è piaciuta molto e non so come sia arrivata ma rappresenta una coincidenza che ha emozionato i musicisti del disco che sono salentini. Fontamar in Francia non evoca Fontamara, romanzo di Ignazio Silone, ma per la gente del sud Italia è molto importante per la lotta dei diritti e il caso ha voluto che questo nome sia visto come un punto che unisce il nord e il sud e per questo che ci siamo chiamati Fontamar Consort”) hanno ritagliato un po’ del loro tempo per raccontarsi e raccontarci la loro musica.
Facciamo un passo indietro, come siete arrivati a Darfo… “La Valle Camonica è il primo punto in comune che abbiamo da 17 anni”, sorride Laurianne.
“La famiglia e il lavoro ci hanno portato qui, noi non ci conoscevamo prima, ma abbiamo un amico in comune, Lorenzo Trombini, l’insegnante di teatro per eccellenza dell’accademia Arte e Vita di Breno… ci siamo conosciuti perché c’era il desiderio di creare una scuola di musica, di canto e di teatro e abbiamo iniziato a collaborare. Abbiamo fatto il primo disco, ‘Paris Piaf’, e poi abbiamo sviluppato la nostra attività sia come insegnanti che come musicisti in carriera tra la valle e il resto dell’Italia, ma anche l’estero”.
La valle resta però il vostro punto fermo, è casa: “Questo è il nostro nido di pace e torniamo sempre volentieri dai nostri gatti, in mezzo alle montagne, dove ti senti riparato e in un luogo che ci dà equilibrio tra la frenesia dei concerti e il raccoglimento di casa nostra. Io sono parigino – spiega Cyrille – e ho passato i primi 25 anni della mia vita a Parigi. A 30 anni, desideroso di riprendere con la musica, visto che nel frattempo ho insegnato la filosofia e pianoforte, avevo bisogno di uno stacco forte, mi sono trovato per caso in valle tornando a trovare un amico italiano che non vedevo da anni. Lui mi aveva proposto di visitare l’accademia artistica a Breno dove c’erano 15 pianoforti, invece di una settimana sono rimasto per tre e alla fine mi hanno proposto di insegnare. Questo ha totalmente cambiato la mia vita… sono rimasto per nove anni a Breno, ho condiviso la vita di questa comunità, perché quando è stato aperto il Teatro delle Ali mi hanno affidato la direzione per tre anni ed è stata un’esperienza unica. Con i colleghi abbiamo cercato di fare il meglio e sono molto contento perché 12 anni dopo ci sono 140 abbonati su 200 disponibili”.
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