Sellero, il Re senza... Castello, le streghe, i portoni antichi e il caglio DOP
Il viaggio n° 9 nella Valle dei Segni, dei Sogni, dei Magli, dei Cagli… e dei Re.
Ci sono viaggi che hanno una meta da raggiungere ad ogni costo… “O Roma o morte!”, disse l’eroe delle due “G”, ma poi si fermò a Teano, perché gli sbarrarono la strada. Il mio motto era più prudente: “O Saviore, o… un altro posto nei paraggi“.
Infatti a un paio di chilometri dalla meta, ecco il cartello: “Strada interrotta”. È il terzo tentativo in due mesi: 1. fermato dalla nebbia, 2. impedito dalla pioggia, 3. strada interrotta.
Si chiama “causa di forza maggiore” o sfiga. Di necessità virtù: con questo racconto bizzarro inauguro i viaggi ‘galattici’ in Valcamonica… Cioè: visite per piccole costellazioni alternative.
Sono sicuro che avete fatto dei voli notturni; di quelli che non riesci a dormire neanche dopo 10 goccioline e il sorriso rassicurante della hostess. Sei vicino all’oblò, guardi come appare, da su, il mondo di giù. La terra sembra un cielo rovesciato e convesso… Ammassi caotici di stelle, galassie senza confini: sono le città maggiori.
Strisce lattee come bavose scie di lumache: sono le strade trafficate. Nugoli di lucciole sbrilluccicanti: i grossi paesi-periferia. Qualche astro puntiforme: un’Area di Sosta o un centro commerciale 24/24. È bello quando riesci a dare un nome sicuro a questi oggetti: questa è Orio al Serio e lo so perché ci sto atterrando.
Quello là in fondo deve essere Milano: è grossa. Chissà se quel grumo là è Pisogne: c’è uno specchio d’acqua accanto, che riflette le reclames e i lampioni, forse di Lovere? Se invece è terra sconosciuta, quella sorvolata, tutto è ignoto e misterioso. Un cielo vergine da colonizzare. Allora vien voglia di tracciare nuove costellazioni: quello sembra un cavalluccio marino; l’altro un cavallo a dondolo. Quello potrebbe essere Polifemo.
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