L’assessore al Parco (e sindaco di Berzo Demo) Bernardi: “Ci hanno dato la Ferrari, ma non la benzina per farla funzionare. Nessuna speculazione edilizia dietro la nostra proposta”

In Valle Camonica si accende il dibattito sulla tutela del Parco dell’Adamello, una delle aree protette più estese della Lombardia. Cosa succede? La Lega camuna chiede di ridimensionare il parco rivedendone i confini, innalzando il limite inferiore dell’area protetta fino ai 1.600 metri di quota, mentre Legambiente si scaglia contro la proposta e la definisce “una visione di corto raggio” e aggiunge “la mancanza di una strategia territoriale”.
A portare avanti l’istanza e a far sentire la voce della Lega di Valle Camonica è Giovan Battista Bernardi, sindaco di Berzo Demo e assessore in Comunità Montana al Parco dell’Adamello.
È proprio a lui che chiediamo di illustrarci la situazione.
Bernardi, lei porta avanti questa proposta in triplice veste…
Sì, in primis da sindaco che ha raccolto le istanze dei cittadini e da sindaco di un territorio che si trova all’interno del parco. Ripeto sempre che è bello sentir esporre le ragioni di chi è a favore o contro, ma chi parla deve risiedere all’interno del parco, vivendolo ogni giorno ed essendo consapevole della burocrazia che ci sta rallentando in tanti fattori. Porto avanti la proposta anche come esponente di una Lega di Valle Camonica che è tornata viva e attiva nei ruoli e sui temi delle autonomie, ma ascoltando i cittadini e come assessore della Comunità Montana.
Perché avete deciso di alzare la voce?
Perché è come se ci fosse stata regalata una Ferrari, ma senza avere i soldi per la benzina e questo significa che devo lasciarla parcheggiata in garage. La Regione ha voluto creare questo parco più di 40 anni fa ma non ha dato i fondi perché lo rendessimo grande e oggi non è sicuramente quel parco che ci si immaginava diventasse. Non stiamo dicendo di chiuderlo, ma abbiamo proposto di spostare i confini a 1600 metri perché troppo spesso si sfrutta il nostro parco e il nostro territorio senza sapere quanta fatica e quanti fondi noi investiamo per renderlo quello che è oggi.
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