Cristian Cominelli, il ciclocross, la medaglia di bronzo ai campionati italiani e ora i mondiali
L'atleta: “Indossare la maglia della nazionale è un sogno”.
Una medaglia di bronzo appena cucina sul petto. Alle spalle una carriera lunga quasi vent’anni. E davanti ancora tanti sogni. Per continuare una storia scritta con l’inchiostro della passione e della determinazione.
Cristian Cominelli si trova nelle vicinanze di Roma. È in ritiro con la nazionale italiana. Con i suoi compagni sta preparando l’impegno che lo attende a fine mese: i campionati mondiali di ciclocross. Nemmeno il tempo per godersi il terzo posto ai campionati italiani, disputati a Lecce domenica 10 gennaio.
Cristian ha 32 anni, viene da Sellero, e ha la passione per lo sport praticamente scritta nel DNA. Anche se, da ragazzo, non aveva cominciato subito sulle due ruote.
“Ho cominciato molto tempo fa – sorride –, ormai 20 anni fa, avevo 13 o 14 anni e quest’anno ne compio 33. Da ragazzo correvo a piedi, mio papà era un atleta di corsa a piedi e ho cominciato anche io a seguire le sue orme”.
Le corse da ragazzo nella squadra U.C. Valle Camonica si affiancano presto però ad un altro impegno.
“Ho voluto provare, con la squadra di Sellero, a fare anche mountain-bike. Per qualche anno ho portato avanti entrambi gli sport, nei primi anni riuscivo e mi divertivo, poi arrivi ad un bivio. Già nella categoria juniores arrivi ad un bivio e devi fare delle scelte perché l’impegno diventa già quasi come un lavoro”. E di fronte al bivio Cristian trova l’occasione della vita. “Ho avuto la fortuna di entrare quasi subito nel team Bianchi di Felice Gimondi. È stata una grandissima esperienza: io ero piccolo ma avevo come compagni di squadra dei supercampioni. Questo mi ha dirottato verso la mountain-bike”.
Nel tema Bianchi Cristian rimarrà poi per dieci anni. Quasi un caso unico. Un dato che conferma la sua costanza nelle prestazioni di alto livello. “All’inizio ho avuto la fortuna di entrarci, poi sono riuscito ad ottenere i risultati e le vittorie per meritare di rimanerci. È stato un periodo lunghissimo, che mi ha fatto crescere tantissimo. Quando ho iniziato a correre in mountain bike sono entrato subito, a 15 anni, e lì sono cresciuto. Poi la passione si è trasformata in un vero e proprio lavoro”.
SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 GENNAIO